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Messina, monastero di Santa Maria di Gesù Superiore: una battaglia cominciata dieci anni fa

La tutela e la valorizzazione dell’area archeologica dell’antico monastero di Santa Maria di Gesù Superiore a Ritiro. Pippo Previti: «Qui ci sono sicuramente i resti di Antonello ma è un sito egualmente prezioso»

«Tutto ebbe inizio il 9 aprile del 2011, in occasione della Settimana della Cultura. Anche se in precedenza c’erano stati altri saltuari interventi e, tra questi, merita un cenno quello effettuato il 7 febbraio del 2010 con il coordinamento del compianto Mino Licordari. Un manipolo di persone animate da buona volontà e dall’amore verso i beni culturali, e per Antonello da Messina, si sono cimentati in un’opera ciclopica». Pippo Previti è un fiume in piena: i ricordi si intrecciano, dieci anni «in trincea», per far capire alla città, e agli organi preposti, quanto siano importanti la tutela e la valorizzazione dei beni monumentali.
«Ogni sabato, mattina o pomeriggio, i volontari erano lì come oggi, a ripulire il sito da tonnellate di rifiuti di ogni genere, da alberi infestanti, arbusti e rovi. Alla fine lo si è reso fruibile. Si sono organizzati convegni, mostre, dibattiti, visite guidate, sopralluoghi di sindaci, assessori regionali, deputati, ma a parte un finanziamento erogato nel 2006 (40mila euro) dall’allora Presidente della Regione Totò Cuffaro, alla Soprintendenza di Messina, per “il progetto di recupero, valorizzazione e pubblica fruizione dell’area archeologica dei resti del Monastero di S. Maria di Gesù Superiore”, poi colpevolmente fatto andare in perenzione ( ovvero somma non spesa che ritorna nelle casse regionali), non ci sono stati ulteriori impegni economici, nonostante vacue promesse».

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