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Messina, al campo "Bonanno" un'occupazione abusiva. E il Comune non riesce a riprenderselo

La paradossale vicenda della struttura dell’Annunziata dove un privato ha realizzato da anni dei manufatti. Chi doveva controllare? Gallo: «Se non si svolta pronto a dimettermi»

Società che detengono la gestione di impianti sportivi senza averne titolo, completa assenza di verbali di consegna di strutture prima affidate a club e poi ritornate al Comune, palasport del tutto o in parte privi di agibilità, campi di calcio in mano a privati che con l’attività agonistica nulla hanno a che fare, piazzali antistanti a palestre utilizzati come discariche – con tanto di reato penale – indirizzi sulla esternalizzazione della gestione a privati di fatto rimasti carta straccia per 3 anni.
L’impiantistica sportiva a Messina oggi è tutto questo, con un caos amministrativo frutto di incompetenza, approssimazione e spesso anche connivenza.
E quanto accaduto con la gestione dello stadio “Scoglio” – tra vandalizzazioni, bando fallimentare e l’ultima vicenda dei lavori affidati e non completati in tempo per Messina-Palermo di serie C – è solo la punta di un iceberg, la cartina di tornasole di una gestione amministrativa irresponsabile.
Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi: molti sono problemi atavici, ma il sindaco De Luca, dopo 3 anni, non può più puntare il dito contro quelli che c’erano prima. A oggi non possono esserci alibi, il suo approccio è stato assolutamente insufficiente e il primo cittadino negli ultimi giorni ha capito che nella macchina amministrativa c’è qualcuno che rema contro. In termini di controllo e di mancata attuazione di indirizzi politici.

Il caso campo "Bonanno"

Il caso del campo di calcio “Bonanno” dell’Annunziata è emblematico: da settimane il Comune sta provando a riprenderlo in gestione, per poi riaffidarlo a società sportive cittadine che dovranno affrontare i campionati minori. Ma sinora senza successo. In sintesi Palazzo Zanca ha chiesto la riconsegna alla società Peloro-Annunziata, dopo la gestione quasi decennale, ma allo stato attuale la situazione è di stallo. Il dirigente Salvatore De Francesco, dopo essere sollecitato dall’assessore Gallo, nei giorni scorsi ha scritto alla società sottolineando «la negligenza da parte della società alla riconsegna stabilita il 21 luglio, così come da contratto». Per questo motivo «ha eseguito un sopralluogo nella qualità del funzionario Orazio Andronico che ha ravvisato come il cancello sia aperto, risultino presenti all’interno della struttura due mezzi privati (furgone e un’auto) non di proprietà comunale, quattro manufatti in lamiera con cancelli in ferro e chiusi da lucchetti... il portoncino di ingresso al campo e agli spogliatoi nonché alle strutture tecnologiche e alle stanze sottostanti risulta chiuso e non accessibile».
In sostanza in un’area comunale un privato ha pensato di realizzare ciò che voleva senza che nessuno lo fermasse o se ne accorgesse. Con l’aggravante che questi manufatti sono stati realizzati da anni. Il privato non sembra peraltro legato alla società che ha gestito il campo. E allora la domanda è: come è stato possibile? Dov’erano i funzionari comunali che si occupano di impianti sportivi. E i dirigenti?».
A seguito di questa nota l’assessore Gallo ha scritto al comandante vicario della Polizia Municipale, Giovanni Giardina e al dirigente Federico Basile per chiarimenti. E nella nota si sottolinea anche che «ogni tentativo di ritornare in possesso dell’immobile è risultato vano a causa della permanenza di un soggetto, il quale con fare minaccioso, in data 13 agosto, avrebbe allontanato il funzionario comunale e i responsabili di alcune società».
Una vicenda dai contorni oscuri. Ma non è la sola. Al PalaMili, il piazzale dell’impianto è stato utilizzato per abbandonare rifiuti. Colti sul fatto i dipendenti di un’azienda che fa capo a un dirigente di una società sportiva che opera all’interno del palasport. E anche in questo caso appare incredibile come a Palazzo Zanca nessuno sapesse. A fronte di questi episodi paradossali resta una macchina amministrativa che non ha ancora saputo dare in gestione gli impianti. La palestra di Montepiselli e quella di Ritiro verranno affidati con la procedura prevista dalla ex legge 9/2016 (il termine per la presentazione delle domande è scaduto il 23 agosto), mentre per la Palestra Juvara, i campi da tennis di contrada Margi e di Castanea i bandi sono stati inspiegabilmente accantonati. Il PalaMili, il PalaRussello e il PalaTracuzzi sono legati a project financing che al momento non sono neanche in fase embrionale, sugli stadi al momento è meglio soprassedere.
L’assessore Francesco Gallo ha aperto un aspro confronto con i dirigenti: «L’ho già detto al sindaco De Luca: se non si trova il modo di svoltare presenterò le mie dimissioni da assessore allo Sport. In tema di spettacoli sono soddisfatto: abbiamo dato vita a un cartellone di assoluto valore e riportato – Covid permettendo – i grandi eventi a Messina. Ma sotto il profilo della gestione degli impianti è un disastro. Non si riesce a passare dai progetti ai fatti». Sul banco degli imputati – anche se Gallo i nomi non li fa – sono il dirigente dei Servizi tecnici, Antonio Amato e il Dirigente del Servizio Sport Salvatore Di Francesco. «La realizzazione dell’indirizzo politico spetta ai dirigenti. L’1 settembre il sindaco ha fissato una riunione con tutta la dirigenza. Così non si può andare avanti».

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