Il Coronavirus “spegne” una delle tradizioni religiose più significative di Messina quella di S.Nicola vescovo, protettore del borgo marinaro di Ganzirri: quest’anno per la prima volta nella storia della città, il fercolo con le reliquie del patrono non ha attraversato le vie del borgo; lì su quel Lago dove il tempo sembra essersi fermato, i fedeli non hanno accompagnato San Nicola nel tradizionale giro del Lago Grande a bordo delle feluche.
Una festa “senza rumore” come l’ha definita il parroco padre Antonello Angemi, arricchita dal giubileo della parrocchia che proprio quest’anno celebra i 200 anni dalla sua istituzione. A presiedere la solenne celebrazione della sera è stato il vescovo ausiliare monsignor Cesare Di Pietro. Non è mancata da parte del parroco una “piccata” rispetto alla scelta di annullare le manifestazione religiose esterne nel rispetto delle normative anti Covid vigenti: “Una chiesa quasi piena, a causa delle restrizioni, che sembrano valere solo per gli edifici religiosi però”, ha detto padre Angemi con una punta di amarezza (legata probabilmente anche al mancato montaggio della machina votiva della Vara, della quale è cappellano).
Al termine della celebrazione animata dal coro parrocchiare accompagnato da Mario Casablanca, alla quale erano presenti autorità militari e civili e i rappresentanti delle confraternite “Maria SS. della Montagna” e “S. Nicola”, la banda musicale “Giuseppe Verdi” di Faro superiore ha eseguito un breve concerto sul sagrato della chiesa.
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