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Fratellini morti in un rogo a Messina, la commemorazione ad un anno dalla tragedia - Foto

“Due colombe come solenne atto d’amore...Voli di colombe attorno a ricordi vivi, pensieri non sopiti celati nelle feritoie dell’anima di quest’anno interminabile. Il misterioso potere dell’amore, più forte della morte, continua in una comunicazione sempre più intima. Francesco Filippo, Raniero, Saretto, nulla possono le parole, non è silenzio, è come se fossero immersi nei loro giochi nella stanza accanto. Sono nell’infinito di Dio, nei volti degli angeli, nel soffio del vento gagliardo, nei colori dell’arcobaleno. I loro volti sorridenti - insieme a quello di Rosario Costa, il piccolo ciclista morto il 16 maggio 2016 sotto un autocompattatore mentre si allenava in bici - ai piedi del quadro della Vergine di Montalto con accanto due colombe bianche che non smettono di contemplare quella foto, confermano un legame filiale la cui forza è capace di volare alto, oltre quella “morte incompresa, ingiusta”. Così padre Lorenzo Campagna ha ricordato un anno dopo la tragedia che ha colpito un’intera città, la morte dei fratellini Messina nel rogo della loro abitazione.

I genitori, i familiari, i compagni di scuola del Collegio “S. Ignazio” e gli amici si sono ritrovati nel santuario mariano per ricordarli e ringraziare Dio del dono di queste anime belle, la cui esistenza, troppo breve, ha lasciato un segno indelebile. Un legame, quello della famiglia Messina con uno dei luoghi simbolo della devozione messinese, che si perde nella notte dei tempi. Rani e Fifì, insieme ai fratellini in quel santuario avevano ricevuto il sacramento del battesimo; è commosso padre Lorenzo, oggi come un anno fa; Gianmaria Messina era stato uno dei suoi più cari alunni al Domenico Savio.

“Cinque anni insieme, l’intero ciclo delle scuole elementari. “Stesso sorriso di Francesco e stesso spirito altruista, generoso”, ripete il sacerdote. La messa concelebrata da padre Fosco Nicoletti, legato alla famiglia Messina da profonda amicizia, è stata animata da Virginia Sturniolo e Gabriele Papalia, docente del S. Ignazio.

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