Omicidi di mafia a Barcellona, i retroscena: nomi e foto degli arrestati dell'operazione Nemesi
Giovanni Rao, Antonino Calderone, Salvatore Micale e Sebastiano Puliafito. Sono i 4 arrestati dell’operazione Nemesi dei carabinieri che questa mattina hanno fatto luce su quattro omicidi commessi dalla “famiglia” mafiosa barcellonese fra il 1997 e il 2001. Le indagini si sono avvalse del contributo di diversi collaboratori di giustizia e hanno permesso di ricostruire gli autori e il movente dei 4 omicidi. L’omicidio di Giovanni Catalfamo, viene contestato a Micale, insieme ad altre persone già individuate in passato. Catalfamo venne ucciso a colpi d’arma da fuoco da killer, a bordo di una moto rubata, mentre tentava di rifugiarsi all’interno del residence in cui abitava. Il movente sarebbe un avvertimento per gli usurai della zona, di cui sarebbe stato sospettato Catalfamo. Micale – secondo gli investigatori - avrebbe avuto il compito di segnalare agli esecutori materiali il passaggio della vittima per dare il via all’azione di fuoco. L’omicidio di Domenico Tramontana, commesso il 4 giugno 2001 a Barcellona Pozzo di Gotto, è già stato oggetto del processo “Gotha 6” ma in quella sede il giudice aveva rigettato la richiesta di misura cautelare nei confronti di Giovanni Rao, esponente di vertice del clan di Barcellona, considerato oggi il mandante, alla luce anche delle dichiarazioni dei nuovi collaboratori e delle indagini condotte dal Ros. Questo omicidio assunse una particolare valenza negli assetti della mafia barcellonese di quel periodo, perché Tramontana, come riportato anche nell’ordinanza del Gotha 6, faceva parte della cupola mafiosa locale, dunque la sua uccisione non poteva che essere decisa dai vertici. Una scelta, quella di eliminarlo, legata alla intraprendenza considerata eccessiva di Tramontana. Gli altri due omicidi oggetto dell’ordinanza erano rimasti, invece, fino ad oggi, senza colpevoli. L’omicidio di Santino Bonomo, scomparso da Barcellona Pozzo di Gotto il 12 dicembre 1997 con il metodo della “lupara bianca”, viene contestato ad Antonino Calderone. Bonomo sarebbe stato ucciso, per decisione dell’allora vertice della famiglia barcellonese, perché avrebbe commesso furti senza la preventiva autorizzazione del clan, mettendo in crisi il tradizionale controllo del territorio da parte dell’organizzazione mafiosa. La vittima sarebbe stata attirata in un’area isolata alla periferia di Barcellona Pozzo di Gotto con il pretesto di compiere alcuni furti e qui soppressa a colpi d’arma da fuoco. Gli autori avrebbero, poi, nascosto il cadavere, che non è stato mai ritrovato. L’omicidio di Stefano Oteri, ucciso a colpi d’arma da fuoco la sera del 27 giugno del 1998, davanti all’abitazione della sorella, a Milazzo, da killer giunti a bordo di una moto. Il delitto viene contestato a Sebastiano Puliafito, ex agente della polizia penitenziaria e, secondo la ricostruzione dei collaboratori, il movente sarebbe da attribuire al comportamento della vittima che si sarebbe “atteggiato a boss” nella zona di Milazzo, entrando in contrasto proprio con Puliafito che avrebbe rappresentato, in quella zona, il gruppo criminale barcellonese.