Mentre la città è alle prese con l’ennesima crisi dei rifiuti e molte zone sono avvolte dal degrado, il ritardo della nascita della MessinaServizi mette in agitazione i lavoratori del settore che stamani si presenteranno in massa a Palazzo Zanca. Per le 10 è stata convocata dai sindacati un’assemblea al Comune. Un’azione per cercare di testimoniare come i tempi della politica non siano compatibili con le attese di un comparto alle prese con un fallimento che potrebbe essere imminente e una new co che stenta a decollare. La convocazione del prossimo consiglio comunale per martedì prossimo, ha spostato, secondo il fronte dei lavoratori e le sigle sindacali, troppo in là il momento della votazione della costituzione della nuova società. Una decina di giorni fa erano spuntati in 100 durante una seduta di commissione e avevano chiesto ed ottenuto la promessa di un’accelerazione nella analisi delle due delibere con cui si dava il via al passaggio dall’attuale società mista a quella “in house” della MessinaServizi. In commissione, poco dopo, arrivò il voto favorevole alla delibera di costituzione, ma in Consiglio ancora la proposta non è approdata. Lunedì scorso, il tentativo di prelievo dall’ordine del giorno è fallito e subito dopo è caduto il numero legale, aggiornando la seduta alla prossima settimana. Ora la reazione dei lavoratori che vogliono capire quanto il Consiglio tenga a questa nuova società. I sindacati, in primis la Fp Cgil, hanno continuato a seguire con attenzione i lavori della commissione Bilancio e lunedì, quando è iniziato il dibattito sul contratto di servizio, aveva lanciato il primo allarme sui tempi che slittavano sempre più. Qual è il timore? Che la votazione in Consiglio delle due delibere, costituzione e contratto, possa essere fagocitata da quella delle sfiducia. In molti in Aula pensano che quest’ultima debba avere la precedenza su tutto. E se poi la sfiducia andasse in porto, si domandano quelli di MessinAmbiente, chi si occuperà di dare seguito all’avvio della nuova società? Quanto impiegherà il commissario a entrare nei meccanismi? E con il possibile fallimento come la mettiamo? Nello scenario del reset delle cariche politiche di Palazzo Zanca, anche il tentativo di concordato rischierebbe di perdere efficacia senza una Amministrazione a poterlo garantire. L’udienza davanti al tribunale fallimentare è scivolata, per un vizio di notifica, dall’otto febbraio al 22 dello stesso mese. Tempo utile per perfezionare il piano concordatario, sul quale lavorava da tempo l’assessore Eller e che ora dovrà passare di mano. «Era un riferimento e una garanzia che ci verrà a mancare nell’iter per la nascita della nuova società – dice Clara Crocè, segretaria generale della Fp Cgil – i lavoratori sono preoccupati per il loro futuro e stufi di aspettare che si decida l’unica vera soluzione alla crisi di un settore così delicato come quello dei rifiuti».
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