Non avrebbe retto alla preoccupazione per i gravi problemi di salute che da qualche tempo affliggevano l'anziana madre e la sorella. E lui stesso ultimamente non era stato benissimo. Stress, ansia, l'incertezza del futuro, un mix micidiale che, secondo gli investigatori, avrebbe spinto ieri mattina il capitano dei Carabinieri, Giovanni Fangani Nicastro 56 anni, messinese a togliersi la vita sparandosi un colpo di pistola alla tempia destra.
Un gesto eclatante compiuto per strada, accanto alla sua Fiat Croma in via Osservatorio a due passi dalla chiesa di Pompei. Il corpo già ieri è stato trasportato all'obitorio del Papardo dove, su disposizione del sostituto procuratore Piero Vinci, sarà eseguito solo l'esame esterno. Stamattina un via vai di colleghi che si sono stretti attorno alla moglie, anche lei originaria di Messina, ed alla figlia di 20 anni. Nei loro occhi l'incredulità per un gesto assolutamente inspiegabile. L'ufficiale fra l'altro non ha lasciato né lettere nè bigliettini ma fino a ieri, hanno spiegato moglie e figlia, niente lasciava presagire un fatto del genere. La famiglia era tornata a Messina per le vacanze natalizie che erano trascorse in maniera piuttosto tranquilla a parte la preoccupazione per lo stato di salute della madre e della sorella del capitano che prestava servizio al comando provinciale di Roma. Ieri mattina marito e moglie dovevano uscire insieme. Il capitano Fangani Nicastro è uscito per primo per andare a prendere l'auto parcheggiata a una certa distanza dall'abitazione. Giunto vicino alla Croma però l'ufficiale anziché salire in auto ha estratto la pistola d'ordinanza, ha chiuso gli occhi e si è sparato alla testa. La detonazione ha richiamato l'attenzione di alcuni abitanti della zona che hanno dato l'allarme. Sul posto ieri anche il comandante interregionale generale Silvio Ghiselli, i Ris di Tremestieri che hanno sequestrato l'arma e l'auto del capitano Fangani Nicastro.
Caricamento commenti
Commenta la notizia