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L'incidente mette a nudo la farsa Tremestieri

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La buona sorte, ancora una volta, ha fatto la sua parte. Se l’autoarticolato ieri sera i freni li avesse rotti qualche metro più avanti il bilancio sarebbe stato drammatico. In prossimità del semaforo posto all’incrocio con il viale Principe Umberto, sulla rampa di uscita, ha spazzato via una mezza dozzina di auto, ferendo non in maniera grave una decina degli occupanti. Ma se questo bestione avesse già imboccato il viale Boccetta, rompendo l’impianto frenante durante la lunga discesa, avrebbe potuto provocare una strage. E non solo di auto. Qualcosa di simile a quanto accadde una ventina di anni fa. Il tuffo nel passato, purtroppo, è attualità. Il fallimento dell’approdo di emergenza a sud, ormai, è acclarato. Facile prevedere che prima o poi ci sarebbe scappato l’incidente, e puntualmente si è verificato. Quello accaduto ieri accende ulteriormente dei riflettori che già sono puntati su una vicenda che ha dell’incredibile e sulla quale, da qualche mese, c’è anche l’interesse della magistratura. Un fascicolo era stato aperto dal procuratore aggiunto Ada Merrino e dopo il suo trasferimento l’inchiesta è passata al procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro che ora coordina due sostituti. All’inchiesta presto si aggiungerà l’esposto che l’amministrazione comunale ha detto di voler presentare. Il sindaco Accorinti lo ha confermato fino a questa mattina. Gli aspetti legati a questa farsesca vicenda sono noti, e non solo quelli riferiti alla progettazione originaria e alla costruzione che risale al 2006. Ma anche sul rifacimento della diga protettiva, le cui opere costate oltre 3 milioni di euro si sono protratte per tre anni dal 2011 al 2014, e sulla gestione del bacino con i ripetuti dragaggi costati, solo negli ultimi tre mesi, ben 600 mila euro. Con un risultato assolutamente fallimentare. Nelle stagioni autunno-inverno il porto di Tremestieri, dal 6 novembre ad oggi, è stato fruibile per soli 24 giorni su 140. Solo adesso, però, l’autorità portuale pensa di fermare gli interventi in attesa dello studio che una grossa e qualificata società sta effettuando in modo da individuare la strategia migliore. Una decisione che però arriva alla vigilia della bella stagione, quando gli eventi atmosferici non saranno avversi. Praticamente dopo aver gettato in mare fior di quattrini in inverno ci si ferma a studiare quando le condizioni meteo marine saranno migliori. E così mentre il medico studia il malato muore. Perchè ieri sera, sul Boccetta, questo poteva accadere.

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