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Messina, lo stop servirà a migliorare. Plescia e Firenze possono fare la differenza. E Ragusa...

Il rinvio della gara con la Casertana può servire a elementi come Plescia e Firenze per alzare il livello della condizione. Due settimane di lavoro verso Taranto, tra approccio da confermare e ambiti in cui crescere

«Siamo sulla strada giusta»: così mister Giacomo Modica ha accolto il pareggio esterno di Cerignola, contro una squadra con l’organico decisamente più attrezzato (e costoso) di quello giallorosso ma che non è riuscita ad avere la meglio su un Messina che ci ha creduto sino alla fine e ha trovato il jolly finale con la punizione di Marco Firenze. Si riparte da questo epilogo, adesso all’orizzonte due settimane per preparare un’altra trasferta tosta, quella di Taranto. Ci sarà di fronte l’ex Ezio Capuano, partito subito forte con il successo nel derby col Foggia.Dose raddoppiata di giorni giorni di lavoro per preparare al meglio la sfida, considerato il rinvio a ottobre delle gara interna con la Casertana. Il countdown inizierà oggi (ieri riposo) con la prima seduta di lavoro post partita.
Intoppi e prime magieLanciarsi e fermarsi di nuovo non è il massimo, ma questo periodo potrà servire per permettere a chi è rimasto un poco indietro di condizione di accelerare. È il caso di alcuni “big”. Uno su tutti, proprio Firenze, l’autore del gol che è valso il 2-2 all’esordio in Puglia: «Sta cercando di ritrovare le sue qualità - ha detto Modica nel dopo gara -, è arrivato in ritardo, quindi si è trovato in ritardo di condizione, poi l’intoppo di un infortunio ha complicato ancora di più le cose ma lo aspettiamo con pazienza. Diciamo poi che è già sulla buona strada, ha quelle caratteristiche balistiche che lo aiutano e ci aiutano, avevamo preparato un’altra cosa su quella punizione ma l’ha vista in quel modo». Per fortuna per l’Acr.
Altri elementi chiave attesiCome Firenze potranno spingere altri due elementi su cui il Messina punta. Il primo è Michele Ferrara, che ha frenato nell’ultima parte di preparazione. L’altro ovviamente è Vincenzo Plescia, subentrato a gara in corso, ma per Modica ancora indietro rispetto ai compagni sul piano delle risposte atletiche. Si è allenato ad Avellino nel pre-campionato, prima di sbarcare sullo Stretto, ma ovviamente svolgendo un tipo di lavoro diverso rispetto a quello specifico, “zemaniano”, che piace all’allenatore del Messina. Sarà anche un periodo utile a entrare negli schemi biancoscudati. Chiaramente considerando che l’approccio sarà diverso da quello visto a Cerignola, dove Zunno ha agito più da terminale offensivo con Emmausso e Cavallo sui laterali, ma con un costante scambio di posizioni. Plescia fungerà da riferimento, come potrebbe farlo anche capitan Ragusa, che ha scontato la giornata di squalifica ed è pronto al rientro. Può agire lui da terminale, lo ha già fatto in carriera anche se a Messina ha fin qui giocato sui laterali, principalmente a sinistra ma anche a destra nella finale playout decisiva, nella quale ha segnato contro la Gelbison. Un’idea, si vedrà, di certo questi atleti innalzano e non poco la qualità ma anche la possibilità di mescolare le carte per lo staff tecnico. Una buona dose di esperienza (se si pensa tra l’altro che a Cerignola sono scesi in campo cinque under nell’undici titolare) in più non guasterà, ma chi ha giocato in Puglia ha già ato una risposta: coi dovuti miglioramenti, in C ci può stare. Ora tocca crescere sempre e confermarsi. Coi piedi per terra, perché in questo momento, guardando alle altre squadre del Girone C, la salvezza resta l’obiettivo da raggiungere (anche in questo caso i proclami, come per il discorso del “gollifero”, lasciano il tempo che trovano) attenendosi alla situazione attuale. Dovesse poi ingranarsi dell’entusiasmo, nel calcio nulla è precluso.
Quelle caselle da “rimescolare”Per Modica ci saranno anche alcuni slot di ruoli forse da “rimescolare”. Alla vigilia del “gong” al mercato aveva detto: «In linea generale ancora qualcosa ci manca, spero arrivi qualcuno in questa ultima parte di mercato». La vera casella rimasta vuota è quella del terzino sinistro alternativo a Tropea, che bene ha fatto in fase di spinta pur soffrendo in difesa. Forse sarebbe servita un’alternativa con caratteristiche diverse, dopo l’inseguimento all’infortunato Brogni e il conseguente stop dell’Atalanta all’approdo di Ceresoli. Pacciardi, mancino, viene considerato centrale. Le strade a questo punto saranno due: l’eventuale adattamento di Polito che fin qui era stato “contato” come difensore centrale (soprattutto se dovesse alla fine essere tesserato Darini) oppure l’innesto di un elemento tra gli svincolati (c’è ad esempio libero l’ex Goncalves, anche se le sue caratteristiche sono da esterno più alto che da terzino puro).

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