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Messina, Firenze (non al top) già decisivo, aspettando Plescia e Ragusa...

A Cerignola è emerso lo spirito propositivo e qualcosa da registrare in fase difensiva

Battesimo con pari per il Messina, un 2-2 a Cerignola ottenuto nel finale che, come detto dal tecnico Giacomo Modica, consegna «fiducia e autostima» al gruppo giallorosso.
Di fronte una squadra strutturata e con tanti big, una delle candidate per stare in alto. Affrontata dai peloritani con il piglio di chi non vuole mai stare a speculare, anche a costo di rischiare e soffrire. Di chi vuole difendere la propria identità, di chi è orgoglioso delle proprie idee di gioco. Il divario (che c’è) tra i due organici si è visto sino a un certo punto, l’Acr ha interpretato la partita coerentemente coi mezzi a disposizione, raccogliendo probabilmente il massimo. Si può festeggiare o essere felici per un pari a Cerignola? No, perché significherebbe assuefarsi alla mediocrità (e l’obiettivo generale, per i “valori” della piazza, è esattamente venirne fuori) ma anche perché tracciare bilanci ora sarebbe abbondantemente prematuro.
Però i primi novanta minuti degli spunti li ha ovviamente offerti, nel bene e nel male. Oltre a quanto già detto sull’atteggiamento generale e sull’identità ben chiara, peraltro prevedibile considerate l’approccio “zemaniano” di Modica, possono essere fatte delle riflessioni sui singoli. Certezza Fumagalli tra i pali, tecnica ma anche e soprattutto di personalità. Qualcosa da registrare nella fase difensiva, nel reparto ma non solo: l’aggressività d’impatto, comporta la possibilità che si lasci scoperto il fianco ed è successo soprattutto sui laterali. Pregio e difetto di questo modo di ragionare, di certo non ci annoierà in questa stagione. Polito e Pacciardi insieme da rivedere, è chiaro che non va dimenticato che mancava lo squalificato Manetta (preso per essere un titolare) ma anche Ferrara (che si è fermato nelle ultime settimane e dovrà ritrovare la migliore condizione).
Centrocampo: il “purosangue” Giunta si è adattato senza strafare, ha interpretato il ruolo di play “pulendo” i palloni più che impostando, cercando di non strafare. Ci può stare, in attesa che rientri Franco, a cui verranno affidate le chiavi della mediana. Frisenna pare abbia ancora bisogno di adattamento, mentre Scafetta ha mostrato un piglio propositivo. Firenze: tecnica e talento, non ha ancora i minuti nelle gambe per partire dall’inizio, capace comunque di pennellare di magia la perla che ha portato al 2-2...pensiamo a quando sarà in piena condizione. Davanti tanto movimento, ovvio che con Plescia sarà un’altra musica, così come il rientro di capitan Ragusa darà anche più sostanza. Altre armi da sfruttare. Il tridente “definitivo” è ancora da comporre.
Ora prossimo impegno, ancora in trasferta. Fra due settimane, partiti e subito costretti allo stop, per il rinvio della gara con la Casertana. Come accogliere questa situazione? Modica è stato chiaro: «Non sarà affatto facile fermarsi appena dopo aver esordito, possiamo soltanto adeguarci, non è dipesa da noi questa situazione. In linea teorica potrebbe però rivelarsi una opportunità, sta a noi saperla sfruttare. Cercheremo di impiegare al meglio questo tempo lavorando sodo e per affinare i meccanismi». E portare chi ancora non lo è, ai livelli atletici ritenuti all’altezza.

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