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Messina, ribaltata la clessidra. Attesa oggi l’offerta di Mannino

Intanto mister Raciti fa incetta di premi per l’ennesima impresa e rispetta la promessa: «Al Santuario di Tindari per la salvezza»

Da un premio all’altro, riconoscimenti per la terza impresa compiuta in carriera da Ezio Raciti, che ha voluto anche mantenere una promessa fatta alcune settimane addietro. Dal premio Ussi come migliore tecnico siciliano a quello dedicato a “Sergio Granata” per il “miracolo stagionale”, l’ultimo in ordine di tempo gli è stato consegnato al “Gran Galà del calcio siciliano”. «Sono soddisfatto di avere ottenuto questi attestati, ma mi preme subito dire che sono stati guadagnati dai ragazzi che ho allenatore e consegnati a me - ha commentato -. Il lavoro svolto ha portato risultati positivi, è successo per la terza volta quando sono stato chiamato in causa, due volte a Messina. Lo score dice 60 punti in 90 punti, peraltro ottenuti in situazioni che in origine sembravano disperate».
Come quali armi questo è stato possibile? Raciti ne individua due sopra le altre: «Credo che sia stato importante il lavoro svolto sul campo, elemento che emerge dai risultati, ma soprattutto l’empatia coi ragazzi, che rientrando nella capacità gestionale si vede meno ma è altrettanto importante». Raciti ha raggiunto ancora una volta l’obiettivo, festeggiando a distanza di oltre un mese come aveva anticipato: al Santuario di Maria Santissima del Tindari. «Lo avevo detto e l’ho fatto, una cosa gioviale ma che mi ha dato anche l’opportunità di vedere per la prima volta una posto bellissimo - ha detto l’allenatore -. Una battuta nata in risposta a mister Ezio Capuano, che aveva proposto una cosa similare a Taranto».
Sul percorso di Raciti, i numeri parlano chiaro. E negli ultimi due anni hanno permesso ai peloritani di mantenere la categoria, anche grazie alla volontà della proprietà di intervenire sul mercato, riparando a iniziali errori e a partenze disastrose, per poi ribaltare tutto nel girone di ritorno. Raciti spera, forte di quanto fatto, di potere essere riconfermato. Crede di meritarlo per quanto fatto. Ma ovviamente le scelte spettano a chi sta al timone. Fino a qualche giorno fa le parti sono state in contatto, poi negli ultimi giorni tutto si è fermato per le questioni societarie che ancora tengono banco in casa peloritana.

Il presidente Pietro Sciotto ha avviato una serie di sondaggi, raccogliendo alcune disponibilità a sposare il progetto biancoscudato. Si partirà ovviamente dal direttore sportivo, per poi scegliere chi dovrà sedere in panchina. La scorsa estate Raciti sembrava destinato a rimanere, con Daniele Cinelli vice (che dopo avere ottenuto l’abilitazione, vuole ora tentare un’esperienza da primo allenatore e sembra destinato alla Cavese), però poi il ds Marcello Pitino optò per l’amico stimato Gaetano Auteri. Scartando anche l’ipotesi Buscé.
Anche ora Sciotto ha davanti diverse strade da percorrere, ma prima di imboccarne una per proseguire per il settimo anno da “prima firma” dell’Acr, vorrebbe, almeno nelle intenzioni, provare ancora a trovare una soluzione per una svolta societaria, passando la mano.
E allora, oltre la chiusura formale delle trattative, rimane potenzialmente possibile che possa succedere qualcosa sul fronte Mannino. Nello specifico, dovrebbe giungere oggi l’offerta dell’imprenditore di origini palermitane per rilevare il club, dopo contatti, analisi dei conti, dissidi, accelerate e brusche frenate. Se dovesse arrivare la propossta, toccherà poi a Sciotto decidere se riaprire, dialogare o chiudere ancora. Andando avanti in solitaria. I due principali protagonisti hanno dialogato poco per vie dirette, mentre molto spazio è stato lasciato a consulenti e intermediari. Forse un confronto lungo e approfondito tra le parti avrebbe evitato incomprensioni e cambi di rotta .
Fatto sta che si è arrivati al 2 luglio senza dg, ds, allenatore, sede del ritiro e mille altre cose. C’è la reale necessità di capire cosa ne sarà del Messina nella prossima stagione e chi ne dovrà determinare le sorti.

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