Dalla festa sul campo all’ennesima estate all’insegna dell’incertezza il passo è stato breve. È trascorsa poco più di una settimana, vissuta tra i momenti di gioia per la salvezza conquistata, condivisi con i fantastici 6.000 tifosi sugli spalti del “Franco Scoglio” al termine dei novanta minuti del ritorno playout contro la Gelbison, e le dichiarazioni di disimpegno del presidente Pietro Sciotto che hanno risvegliato le ansie dell’intero popolo giallorosso.
Dopo la settimana in salsa agrodolce appena conclusa, quella che si apre oggi deve essere da subito quella dei primi passi. Possibile (anzi, auspicabile) già nei prossimi giorni un primo incontro fra Pietro Sciotto e Federico Basile, il primo vero faccia a faccia da giocare a carte scoperte, per non lasciarsi dietro del tempo prezioso, dal momento che il termine per iscrivere la squadra al prossimo campionato di serie C è praticamente dietro l’angolo, e cioè il 20 giugno, fra poco meno di un mese. Questa volta, dopo sei stagioni sofferte, il patron giallorosso sembra irremovibile nella sua intenzione di lasciare, e l’aver chiamato il sindaco Basile a garante delle operazioni di cessione ne rappresenta un’ulteriore conferma. Ma, dopo la provocazione del titolo in vendita alla cifra simbolica di un euro, lanciata in passato da Sciotto, adesso si dovrà trattare sulle cifre, particolare, questo, che, se da un lato andrà di pari passo con la serietà di eventuali acquirenti, dall’altro rappresenta indubbiamente un ulteriore ostacolo al passaggio di consegne.
Il passato, anche meno recente, ha messo a nudo la mancanza di interesse concreto da parte della realtà imprenditoriale messinese (a eccezione della breve parentesi Stracuzzi e, appunto, di Sciotto) quando si è trattato di rilevare le quote dell’Acr, e, soprattutto, l’incapacità di più forze economiche di riuscire a fare squadra, di unirsi per salvare e rilanciare il calcio giallorosso, rinunciando a individualismi che nelle precedenti esperienze hanno portato all’inevitabile fallimento di cordate più o meno credibili.
E proprio questa sembra la strada da seguire questa volta, sulle orme dell’esperienza, ad esempio, del Catanzaro, che nel 2017 riuscì a evitare il fallimento e addirittura a rilanciarsi grazie a una cordata di imprenditori e professionisti catanzaresi che hanno dato vita a un’unica, solida proprietà.
In quell’occasione, abile regista dell’operazione fu il sindaco Sergio Abramo, e oggi a Messina si chiede altrettanto a Basile, che, oltre al ruolo di filtro di garanzia amministrativa, fra le richieste economiche dell’attuale proprietà e la valutazione delle carte contabili, dovrà soprattutto tentare una coraggiosa opera di convincimento e successiva convivenza nel tessuto imprenditoriale e dei professionisti messinesi, per cercare di costruire una cordata credibile.
Non sarà facile realizzare questo “Patto per l’Acr”, ma l’assenza all’orizzonte di grandi investitori interessati a rilanciare il calcio a Messina riconduce e restringe il futuro del club a questa unica via di salvezza.
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