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Messina, coraggio che non è finita

Serie C: il secondo ko di fila ha fatto emergere sfiducia e qualche disagio fin qui mascherato

Che il momento del Messina sia delicato lo dice la classifica, ma ricorda anche che a tre giornate dalla fine l'impresa delle salvezza diretta è ancora possibile.
Che il momento è delicato lo ha detto apertamente in sala stampa, dopo la sconfitta di domenica contro il Foggia, il ds Pasquale Logiudice, tornato a farsi vedere davanti alle telecamere a distanza di qualche settimana. Un segnale chiaro.

La lunga faticosa ricorsa L'Acr sta pagando oggi, in termini fisici ed emotivi, lo slancio che ha ridato speranze di permanenza. Dall'ultimo posto a inizio 2023, a due punti (guardando alla Turris) dal portarsi fuori dalla zona playout oggi. «Quello delle ultime due partite non è il Messina dei 25 punti, abbiamo spinto troppo prima, facendo quei risultati in una volta abbiamo illuso tutti di essere il Catanzaro, ma non lo siamo anche se i colori sono gli stessi».

E menomale che è arrivata questa risalita, portando alla svolta che l'intero ambiente auspicava dopo la rivoluzione nel mercato invernale. Ora si sta pagando la risalita? Ci può stare, anzi è fisiologico. Dunque occorre l'ultimo sforzo, collettivo se è il caso, per evitare di ripiombare in basso. «Dobbiamo avere la forza di ricompattarci, la bravura di ritrovarci»: linee guida tracciate.

Da seguire già in questa settimana che porta all'anticipo pasquale in casa del Picerno, altra gara difficilissima da affrontare. Ma nella quale bisognerà riportare gli episodi dalla propria parte, visto che anche contro il Foggia è andata inversamente: gol clamoroso fallito da Fofana, rete di Frigerio su lettura difensiva errata dei peloritani, secondo tempo all'arrembaggio ma maglie pugliesi rimaste ben strette a protezione della porta di Thiam.

Gli altri fattori “oscuri” Ma dagli otto minuti e poco più di Logiudice è emerso dell'altro. «Abbiamo dei problemi»: ha detto senza mezzi termini, non riferendosi solo a quelli tecnici, tattici o di tenuta fisica. Parlando strettamente a livello personale, ha parlato di sforzi profusi negli ultimi mesi che travalicano i propri compiti di ds, volendo fare trasparire tra le righe qualcosa che non sta funzionando a livello interno. Senza riferimenti diretti, probabilmente per evitare di far esplodere una bomba che in questo momento non gioverebbe a nessuno, men che meno all'obiettivo. Insomma c'è evidentemente qualcosa che sta ledendo e facendo rendere meno del recente passato la squadra. Non solo la lunga rincorsa e la perdita di energie emotive. I “messaggi” sembrano rivolti alla proprietà, ma non sono così espliciti da averne la sicurezza. E dunque difficilmente coglieranno nel segno. A meno che, dalla stessa, non arrivino pronte “risposte”, qualora ve ne fosse esigenza o bisogno.

La richiesta di “compattezza” Proprio sulla scia di questi sforzi interni, Logiudice ha invitato tutti «a volersi bene» in questa fase cruciale del campionato, sottolineando al contempo che i 25 punti fin qui totalizzati hanno il solo marchio della squadra. «Sfido chiunque a dire che qualche altra componente abbia inciso»: non può sentirsi chiamata in causa la tifoseria sempre presente, anzi in numero crescente domenica scorsa, se si esclude la parte dormiente spesso coinvolta dai risultati; figuriamoci la “stampa”, quella locale “esclusa” da tempo da conferenze pre-gara e interviste settimanali, ogni volta per una ragione diversa tra concentrazione preparativa, ragioni logistiche o magari scaramantiche; e allora probabile che la missiva sia rivolta alla sfera strutturale del club. In realtà dovrebbe funzionare che si vince e si perde tutti insieme.

Il “bene” comune... senza alibi

Chi vuole bene al Messina, anzi lo ama, di sicuro la propria parte per provare a remare verso la salvezza, oltre ogni sindrome dell'accerchiamento, la sta già facendo. Probabilmente l'appello alla compattezza (perché non giunto prima se i “problemi” già c'erano?) è arrivato dopo due sconfitte perché fin qui ci aveva pensato la squadra a sopperire ad un girone d'andata disastroso e alle “lacune varie” a cui si fa riferimento. Ma ora che si è reduci da due sconfitte di fila ed è giunto un calo, forse c'è bisogno di una scossa. Ben venga. E allora ci uniamo all'appello «ad azzerare tutto» per il bene comune, guardando solo ed esclusivamente alle prossime tre partite. Senza fare “casa” delle difficoltà, ma reagendo. Ma che lo si faccia tutti, nel rispetto reciproco e senza alibi di sorta. Si pensi solo al campo, a guadagnare quanti più punti possibili per salvare il Messina, lasciando da parte il resto. Noi, come i tifosi d'altronde, saremo sempre qua. Al di là della categoria

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