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Da Villarosa sino a Messina: risse, aggressioni e razzismo nei campi di calcio

Virtus Messina-Pagliara

Dopo i gravissimi fatti di Villarosa, con l'aggressione all'arbitro e le pesanti squalifiche comminate, continuano a imperversare gli episodi di violenza nei campionati dilettantistici isolani. Mano pesante del Giudice sportivo nel campionato di Terza categoria di Messina dove due incontri, nello scorso week-end, hanno avuto un triste epilogo.

Nel match vinto per 1 a 0 dalla Sc Sicilia sull’Asd Sara, il calciatore Mohamed Naciri (Asd Sara) è stato qualificato per due anni e mezzo (sino al 6/9/2025) per «atto di violenza nei confronti di un dirigente avversario e per aver colpito con un violento calcio alla gamba destra l’arbitro, procurandogli lesioni refertate in ospedale». Inibiti anche due dirigenti, uno per parte, dei due club.

Pioggia di squalifiche anche per Virtus Messina e Atletico Pagliara (gara conclusasi 1 a 1). Sono ben sei, tre per parte (Sibide, Idriss ed Elhadj Coulibaly nella Virtus, Allone, Cucinotta e La Speme nell’Atletico), i calciatori squalificati per 3 gare «perché a fine gara partecipano attivamente ad una rissa generatasi tra calciatori di entrambe le società, i quali si colpivano con calci e pugni». Atletico che, per i prossimi impegni, dovrà fare a meno anche di Martinez (appiedato per due turni).

Problemi anche a Barcellona, dove sono state comminate 4 giornate di squalifica Kane Seydi (Nuova Azzurra), per una reazione dopo aver ricevuto presunti insulti di tipo raziale nella gara contro il San Pio X,  valevole per il campionato di Promozione Girone C.

VILLAROSA: L'EPISODIO E LA REAZIONE DEL CLUB

Cinque anni di squalifica, fino al 3 Marzo 2028 ai calciatori Marco Ferrara (Villarosa) "per aver spintonato al petto l'arbitro, procurando immediato dolore, mancanza di respiro, senso di vomito e per averlo afferrato con estrema violenza per la divisa, strappandola e, ancora preso con violenza per la testa, con uno sgambetto ne procurava la caduta a terra e lo colpiva ripetutamente con calci procurando varie escoriazioni e forte dolore al collo e alla testa, a fine gara" e al calciatore Youssef Mardi' (Villarosa) "per avere colpito l'arbitro con un violentissimo pugno allo zigomo provocandogli immediato dolore e capogiri, a fine gara"; squalificato fino al 31 Marzo 2026 il calciatore Lamine Mohamed Dabo' (Villarosa) "per avere bloccato la corsa dell'arbitro afferrandolo per la spalla e consentendo l'aggressione allo stesso da parte di un proprio compagno di squadra"; Dopo questa aggressione, l'arbitro si recava presso un Ospedale e veniva dimesso con una prognosi di dieci giorni. Non omologato il risultato di Villarosa-Pro Falcone (1-1) per preannuncio di reclamo da parte del Villarosa, probabilmente per errore tecnico. 5 turni di stop a Cordaro e Messina (Villarosa); 3 a Laudani (Villarosa). Squalificati gli allenatori Folisi (Villarosa) fino al 30 Aprile, Massimo Bontempo (Pro Falcone) fino al 31 Marzo. Squalificati i dirigenti Carmelo Milone (Pro Falcone) fino al 5 Aprile, Mirabella (Villarosa) fino al 31 Marzo, Puglisi (Villarosa) fino al 20 Marzo. "La società Villarosa Calcio in tutte le sue componenti si scusa pubblicamente con il direttore di gara, della partita di sabato 4.3.2023 Villarosa- Pro Falcone, per ciò che è accaduto a fine gara nella fattispecie il gesto violento ad opera del nostro tesserato - si legge in una nota -. Fa presente che questi comportamenti non rientrano nella nostra politica sportiva, che il giocatore in questione è una ragazzo mite e calmo ed impegnato socialmente nella vita privata, ecco perché ne sta soffrendo più di tutti, in primis per il gesto violento che non gli appartiene e poi per il linciaggio mediatico che sta subendo insieme a tutta la società, purtroppo viviamo in una società social dove tutti hanno il permesso di giudicare, condannare e soprattutto denigrare. Siamo attivi sul territorio da 10 anni sensibili al rispetto delle regole e della legalità, svolgiamo attività giovanile togliendo dalla strada centinaia di ragazzi che nello sport trovano una valvola di sfogo, ma soprattutto una via di inserimento nella società. Questo è stato sempre il primo obiettivo e siamo riusciti a portare a termine vere e proprie missioni sociali. Ribadiamo che il gesto violento nei confronti del direttore di gara non è giustificabile e ne prendiamo le distanze da quanto accaduto! Ringraziamo il Mister e altri dirigenti che si sono prorogati a scortare l’arbitro sin fino lo spogliatoio assicurandogli protezione. Errare è umano, e gli atleti come gli arbitri sono umani, il nostro tesserato è pentito amaramente per quanto commesso. Se gli fosse data la possibilità vorrebbe potersi scusare personalmente con il direttore di gara. Un singolo episodio per quanto grave non dovrebbe permettere di vanificare l’intero operato di una società e di una persona. Consapevoli ma soprattutto amareggiati ed umiliati dell’errore commesso ci impegneremo a limitare sempre più l’accadere di eventi antisportivi".

LA NOTA DELLA VIRTUS MESSINA: "TROPPO RAZZISMO"

"Purtroppo durante il campionato di calcio in corso di svolgimento ci siamo imbattuti in talune circostanze e con alcuni avversari in situazioni assai spiacevoli, infatti siamo stati oggetto non solo di cori ed insulti razzisti che provenivano dagli spalti, la cui gravità è già da sottolineare, ma abbiamo assistito anche all’interno del terreno di gioco a comportamenti dei nostri avversari che umiliano chi scrive in quanto bianco - scrive il club -. Facciamo riferimento a versi offensivi (con riferimenti alla scimmia) ad insulti riferiti al colore della pelle, fino ad arrivare a gesti violenti di vera aggressione fisica (schiaffi sul collo a palla lontana) come accaduto nelle ultime due gare. La nostra società intende sensibilizzare tutte le altre società e gli organi competenti, sulla necessità di intervenire in maniera netta sui fatti da noi riferiti. I fatti descritti purtroppo non sempre vengono rilevati dai direttori di gara, che solo raramente (anche perché da soli non possono riuscire ad avere il controllo totale degli avvenimenti) riescono ad intervenire, ed è a causa di queste dinamiche che a lungo andare assistiamo ad una escalation di comportamenti che nulla hanno a che fare con lo sport e con il nostro modo di interpretare i valori del vivere civile".

 

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