Partiamo da un presupposto: Messina-Palermo deve giocarsi al “Franco Scoglio”. Senza se e senza ma. L'ipotesi che il derby in programma il 4 settembre prossimo non si possa giocare in riva allo Stretto sembra tanto un'offesa alla città. La “macchina! per evitare la figuraccia si è messa in moto da un po', ma le notizie delle ultime ore sono tutt'altro che rassicuranti e il tempo non è un alleato dei club giallorosso. Mancano undici giorni alla prima partita del Messina in casa, eppure oggi la stessa sfida - peraltro il derby contro il Palermo - si giocherebbe a Vibo Valentia. Un'ipotesi che nessuno, dal presidente del club biancoscudato al più giovane dei tifosi, vuol prendere in considerazione. Torniamo indietro di poco più di un mese: la messa a norma dello stadio fu garantita in prima persona dal sindaco Cateno De Luca. Era il 14 luglio e il primo cittadino annunciò che «i lavori di messa a norma dello stadio, per i quali abbiamo stanziato la somma straordinaria di 500mila euro, saranno terminati entro il 20 agosto». Aggiungendo che la disponibilità del “Luigi Razza” «è un atto puramente formale: in un mese completeremo gli interventi considerato che lo stadio adesso è in gestione al Comune». Quaranta giorni dopo i dubbi restano tali e a crescere è l'ansia dei tifosi che rischiano di dover emigrare oltre Stretto per assistere alla sfida con i rosanero. Ieri, infatti, si sarebbe dovuta tenere la seduta della Commissione Provinciale di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli deputata a esprimersi sull'agibilità dell'impianto. Il ritardo nella consegna di una parte del materiale per mettere in regola lo stadio alla base del rinvio della riunione prefettizia. A informare il club di Pietro Sciotto di tale ritardo è stato il Comune che ha ripreso in mano la gestione dell'impianto. Se è vero che le opere edili sono state completate, a preoccupare sono gli interventi al Gos, la videosorveglianza (32 le telecamere necessarie per adeguarsi ai requisiti richiesti dalla Lega Pro) e le torri faro dell'impianto, con queste ultime che necessitano la sostituzione di gran parte delle lampade che non si accendono dai concerti di due estati fa. L'articolo integrale potete leggerlo nell'edizione cartacea – Messina