Il tentativo di unire le forze e formare un Messina più “strutturato” rischia di restare vano. Le riunioni tra le parti interessate si susseguono, ma la sensazione è che mettere tutti d'accordo sarà una dura impresa. La proprietà dell'Acr sta insistendo su un programma volto a portare in società una organizzazione degna di questo nome e un settore giovanile all'altezza della situazione.
Città di Messina e Camaro garantiscono l'uno e l'altro e il club di Sciotto inevitabilmente è ingolosito da una unione che rischia di rimanere solo un'idea e nulla più. Il giro d'orizzonte guidato da Sciotto è giunto quasi al termine per arrivare a una prima ipotetica conclusione: l'affare a tre difficilmente si farà. E non è detto che vada in porto neanche quello a due.
Perché gli angoli da smussare appaiono troppi e trovare gli equilibri in uno spazio temporale ristretto non è operazione semplice. Soprattutto nei giorni in cui bisogna dare certezze a un calcio giallorosso che ha preso troppi schiaffi negli ultimi anni per restare ancora nel frustrante limbo dei dilettanti.
Acr, Città e Camaro hanno dei paletti che rischiano di far saltare un'operazione caldeggiata anche a Palazzo Zanca. Troppi interessi a scontrarsi in un campo che richiederebbe meno egoismi e più senso di responsabilità. Così i giorni passano e passi avanti concreti non se ne vedono. Rumors riferiscono che Acr e Camaro sono più vicine di quanto lo siano lo stesso club di Sciotto e il Città.
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