Franco Proto a 360 gradi. Dal tasto dolente del calcioscommesse al futuro passando per il suo primo mese al timone della società. L’1 marzo, infatti, rilevava le quote dell’Acr «avverando un sogno che ho cullato per troppo tempo». Un marzo vissuto tutto d’un fiato dal neo patron giallorosso che spazza via le ombre piovute sul Messina negli ultimi giorni («Siamo estranei a tutto»), dà una carezza alla squadra («Riprenda a giocare come sa, non ammetto sconfitte pesanti come Matera»), lancia una frecciatina al sindaco Accorinti («Non l’ho ancora conosciuto, quando m’invita?») e prova a scuotere la città («Vorrei una passione all’inglese, tutti allo stadio indipendentemente dalla classifica»).
Un mese al timone dell’Acr. Il primo bilancio di Franco Proto?
«È bastato un mese per capire cosa significhi essere il presidente del Messina. Un’esperienza completa frutto di una decisione presa più di pancia che di testa. È la prima forte emozione provata nel calcio Pro. L’aver rilevato il club è già una prima vittoria. Sentirmi al centro di un progetto che la città attendeva da anni è gratificante. Ed è stato un onore presentarmi a Firenze da presidente del Messina».
Un aneddoto di questo marzo da n.1 del Messina.
«Appuntamento a Firenze, mi attendeva il presidente della Lega Pro, Gravina. Appena arrivato mi presento alla segretaria: “Sono Franco Proto dell’Atletico Catania...”. Un lapsus figlio di tanti anni alla guida del mio primo club, forse anche l’incredulità di aver finalmente raggiunto un obiettivo inseguito da mesi.
In Lega Pro hanno tirato un sospiro di sollievo quando lei ha cambiato la rotta dell’Acr.
«A Firenze hanno gradito che il sottoscritto sia riuscito anche a salvare la regolarità del campionato, a rischio fino allo scorso mese. Dietro questo rilancio c’è uno staff che lavora h24 per riportare in alto il Messina. Con Gravina abbiamo parlato anche di futuro, mi piace il suo modo di guidare la Lega Pro. Ha portato il suo modus operandi, un modo di fare impresa fatto di credibilità, trasparenza e garanzie».
Ospite indesiderato del suo primo mese il calcioscommesse. Dall’inchiesta della Guardia di Finanza al recente allarme su una gara di questo campionato. Che idea si è fatto?
«In questo momento c’è molta attenzione sul Messina. Ma non ne farei un problema specifico. È il calcio, dalla A in giù, ad essersi inflazionato anche a causa di queste situazioni. Non sono, tuttavia, assolutamente preoccupato delle vicende che riguardano l’Acr. Non siamo direttamente coinvolti e non credo che lo siano neanche i vecchi dirigenti se è vero che Stracuzzi ha denunciato la situazione ancor prima che scoppiasse. Non rischiamo, quindi, neanche la responsabilità oggettiva».
Salvezza, conti e futuro. Cosa la preoccupa di più?
«Le preoccupazioni non mi appartengono. Mi sto muovendo con un passo felpato. Chi lavora con me, professionisti puliti e qualificati, ha deleghe e fiducia incondizionata. Ma prima di qualsiasi discorso finanziario c’è un campionato da salvare. E dobbiamo farlo prima dell’ultima giornata. Sui conti puoi intervenire e programmare le scadenze per dare stabilità al club, il campo non lo puoi prevedere. Devi vincere e quel che abbiamo potuto fare, con gli innesti di Plasmati e Bencivenga, l’abbiamo fatto. Dalla salvezza passa tutto il resto. Dobbiamo arrivare a giugno serenamente».
I debiti: il quadro finalmente è definitivo?
«Aspettiamo gli ultimissimi conti prima di avere un’analisi contabile completa. Ma sulla ristrutturazione del debito la strada è già tracciata. Il programma, grazie a una società esterna, è stato quasi ultimato e sarà il compito più lungo da portare a termine dopo una serie di contatti con i creditori già avviati».
Situazione-fideiussione?
«Sarà uno degli aspetti che affronterò di petto nell’incontro programmato con il presidente Gravina (oggi Proto sarà a Firenze, ndr). Siamo pronti a rimediare tecnicamente alla situazione, voglio verificare alcune situazioni prima di risolvere il problema. Non temo alcuna penalizzazione in merito».
Dal di dentro cosa ha scoperto di non conoscere e l’aspetto più sorprendente.
«È una riaffermazione di quel che vedevo da fuori. Il messinese è pacato e appassionato, mi piace il suo interesse educato e non invadente di seguire le sorti della squadra. Mi inorgoglisce sapere che ho restituito la dignità ai tifosi. Non è un caso che m’incontrano per strada e mi dicono: “Presidente, salviamoci. Ma siamo felici che con lei possiamo sognare la serie B”. Si sono riappropriati della dignità e non esaltano la pressione sul risultato della squadra. Vorrei, però, che il messinese venisse allo stadio indipendentemente dalla classifica. Come succede in Inghilterra. Ma è un problema italiano, c’è una cultura ancora legata al risultato. Mi ha sorpreso, invece, il rimodellamento di tutta la squadra, da Lucarelli ai giocatori. È arrivato un ambasciatore e la squadra ha subito recepito il messaggio mettendosi sulla giusta rotta nonostante l’ultima partita negativa».
Il rapporto con Lucarelli è qualcosa di prolungabile in caso di salvezza?
«Ho un ottimo rapporto con lui. Ha qualità tecniche e caratteriali. Ha fatto benissimo in piena emergenza. Tra di noi c’è un'intesa intellettuale, un protocollo d’intesa affinché si possa continuare insieme. La società ripartirà dalle risorse migliori e Cristiano è una di queste».
Il rapporto con le Istituzioni.
«Fino a oggi ho conosciuto solo l’assessore Pino, persona seria ed equilibrata, col quale c’è già condivisione di idee. E i consiglieri della commissione Sport che mi hanno accolto con grande cortesia. Non ho mai incontrato il sindaco e non mi sembra normale dopo un mese che sono alla guida del Messina. Sinceramente mi sarei aspettato un invito al Comune, anche un passaggio istituzionale formale. Ma io sono ospite. È il padrone di casa, se ne ha il piacere, a dovermi convocare per gettare le basi di una collaborazione futura».
La squadra è reduce dalla batosta di Matera.
«L’ho incontrata nel pomeriggio (ieri prima dell’allenamento, ndr) e le ho voluto ricordare che c’è sconfitta e sconfitta. Non bisogna mai superare il limite della dignità. Ci siamo consegnati troppo presto all’avversario e questo non mi va. Ho voluto guardare uno per uno i ragazzi negli occhi per ribadire loro la fiducia nel gruppo e la necessità di ripartire subito da Andria».
A Matera ha rivisto il suo figliol prodigo Auteri...
«È stato un piacere riabbracciare lui e il suo vice, Cassia, altro mio ex giocatore, dopo tanti anni. Avrei preferito che Gaetano ci trattasse diversamente... Però mi ha detto sinceramente di aver visto, nonostante il 5-1, un Messina nettamente migliorato rispetto all’andata (finì 0-0). E questo mi conforta».
Ipotesi Celeste: quanto ci credete realmente?
«Non è solo un’idea affascinante, è un progetto al quale ci crediamo fortemente. Il dg Manfredi ha già in mano tutte le autorizzazioni. Non mi spaventa l’idea che sia esclusivamente a spese nostre, c’è la soluzione del credito sportivo e una serie di sponsor che ci supporterebbero. Teniamo a riaprire un luogo storico della città».
È vero che con il ds Pitino sta già lavorando alla squadra del futuro?
«Punteremo su giovani di qualità, quelli che ci possono assicurare l’apertura di un ciclo. Fame e motivazioni, svecchieremo l’impianto, la nostra politica sportiva si fonderà su gioventù e ambizioni. Dal 1° luglio scatterà la vera gestione Proto. Un pool di osservatori ci aiuterà nel processo di crescita sportiva, poi aspetteremo che sia la città a fare la sua parte. La società sarà aperta a tutti. Il mondo imprenditoriale si sta lentamente riavvicinando all’Acr, vedo un’aria positiva e su queste basi si può pensare di arrivare in alto».
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