A Messina il fenomeno migratorio è composito: una storia radicatasi nel secolo scorso in riva allo Stretto, che se inizialmente si è manifestata nella sua “stabilità” con l’arrivo di cittadini provenienti da Paesi del Maghreb e dell’Asia (principalmente dalle Filippine), dopo la tragedia di Lampedusa del 2014 ha modificato la condizione iniziale assumendo i caratteri della vulnerabilità, con l’attraversamento “forzato” della sponda sud del Mar Mediterraneo di migranti costretti a fuggire dalle terre di origine a causa di guerra, persecuzioni e povertà.
Quella degli stranieri stabilmente residenti nel Messinese è una certezza non solo dal punto di vista socio-culturale, ma anche religioso e professionale: l’ultimo Report Povertà della Caritas diocesana fotografa una situazione composita che evidenza come «la società multietnica sia ormai una realtà ineludibile, per la quale è necessario promuovere interventi strutturati e duraturi che possano sostenere il lungo e complesso processo di integrazione e accettazione delle comunità straniere», spiega Elia Tornesi, ricercatore della Fondazione Migrantes che ha curato la Sezione immigrazione. Secondo i dati Istat, all’1 gennaio 2023 la Città metropolitana di Messina contava 27.427 stranieri regolarmente residenti, pari al 14,3% del totale regionale. Dato che la colloca al quarto posto della graduatoria siciliana, preceduta da Catania (18,2%), Palermo (18%) e Libero consorzio comunale di Ragusa (16,5%); le tre Città metropolitane, con l’ex Provincia ragusana, registrano il 67% degli immigrati residenti sull’Isola.
A Messina risiedono 11.080 stranieri, con una tendenziale parità di genere e un’incidenza sul totale della popolazione residente pari al 5,1%; rispetto all’anno precedente, incremento di 318 unità (+3%). I migranti residenti provengono da 140 Paesi, il 77,2% da Romania, Sri Lanka, Marocco, Filippine, Albania, India, Polonia, Bangladesh, Tunisia e Cina. E tra le 14 Città metropolitane, Messina è all’ultimo posto per numero di imprese a guida non comunitaria (3.551, pari allo 0,7% del totale nazionale): si tratta per lo più di imprese individuali, gestite in prevalenza da marocchini (42%). Il principale settore di investimento è quello del commercio (58,2%), seguito dalle costruzioni (11,7%). In tema di integrazione, significativa la presenza straniera sul territorio metropolitano dei minori, l’11,4% del totale nazionale.
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