Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

La Costituzione in viaggio tra carceri e scuole: a Messina "Storie di diritti e di democrazia" con due presidenti emeriti della Consulta in Ateneo

La comunicazione istituzionale come necessario strumento di efficienza, partecipazione e consapevolezza, su cui si fondano doveri e libertà civiche: un principio che vale per tutte le pubbliche amministrazioni, e ancor più per un'amministrazione molto speciale, come la Corte Costituzionale, organismo dell'apparato statale che, come la figura del presidente della Repubblica, si erge a garanzia della nostra Costituzione, e del suo prezioso bagaglio di valori e tutele. E proprio comunicare le attività giurisdizionali della Corte per "costruire un linguaggio comune" basato su una "mentalità costituzionale" è stato l'obiettivo perseguito nel periodo - tra il 2017 e il 2022 - al centro del volume "Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società", di Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale, e della giornalista Donatella Stasio, che interverranno mercoledì 5 giugno all'Università di Messina. Amato è stato due volte presidente del Consiglio e quattro volte ministro. Ha insegnato diritto costituzionale comparato all'università La Sapienza di Roma per oltre 20 anni, il 12 settembre 2013 è stato nominato giudice della Corte Costituzionale e vicepresidente nel 2020, dal 29 gennaio 2022 al 18 settembre dello stesso anno ne è stato presidente, fino alla cessazione del mandato da giudice costituzionale. Stasio ha scritto per trentatré anni di giustizia, istituzioni e politica su “Il Sole 24 Ore” e attualmente collabora con “La Stampa” come editorialista. Dal 2017 al 2022 è stata responsabile della comunicazione e portavoce della Corte costituzionale, con sei presidenti (Paolo Grossi, Giorgio Lattanzi, Marta Cartabia, Mario Morelli, Giancarlo Coraggio, Giuliano Amato). L'evento, promosso nell'ambito del Prin Unime "Le mobili frontiere della separazione dei poteri", si terrà mercoledì 5 giugno in aula magna alle 15,30 e sarà inaugurato dai saluti istituzionali della rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari, e del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, prof. Alessio Lo Giudice. Il prof. Giacomo D’Amico, ordinario di Diritto Costituzionale e responsabile Unità locale PRIN (in quegli anni assistente di studio della giudice Daria de Pretis e, in precedenza, di Gaetano Silvestri) introdurrà i lavori, mentre dialogheranno con gli autori i docenti Unime Antonio Saitta e Luigi D'Andrea, ordinari di Diritto Costituzionale. Il seminario sarà concluso dall'illustre intervento del presidente emerito della Corte costituzionale (2013-2014), prof. Gaetano Silvestri , già rettore dell'Università di Messina (dal 1998 al 2004) di cui ha tenuto nello scorso febbraio la prolusione ai corsi, inaugurandone il 476° anno accademico sul tema del merito "inclusivo" nella Costituzione. I lavori saranno moderati dalla giornalista della Gazzetta del Sud Natalia La Rosa, responsabile della GDS Academy di Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia, nell'ambito della quale sono stati coinvolti studenti e studentesse delle scuole di Sicilia e Calabria, partecipanti al progetto Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine, e dell'Ateneo di Messina attraverso Unime Gds Lab, il laboratorio di tecnica giornalistica promosso da Unime e Ses. L'evento potrà essere seguito anche in diretta streaming, sulle pagine facebook di Unime e di Voci Costituzionali.

La Corte, giudice di legittimità

La Corte Costituzionale, prevista dall'art. 135 della Costituzione, nacque nel 1948 e iniziò a funzionare nel 1956, con il compito di verificare la conformità formale e sostanziale alla Costituzione delle leggi e degli atti aventi forza di legge, di dirimere i conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato e tra Stato e Regioni, di verificare l'ammissibilità dei referendum abrogativi e di giudicare sulle accuse mosse al Presidente della Repubblica. Vi possono fare ricorso lo Stato o le Regioni, o vi si ricorre in via incidentale, quando la questione di legittimità costituzionale sorge davanti ad un'autorità giurisdizionale nel corso di un procedimento giudiziario. La Corte ha sede a Roma, nel Palazzo della Consulta (da cui prende anche l'appellativo eponimo) ed è composta da quindici giudici - scelti dal Parlamento, dal presidente della Repubblica e da tre collegi che rappresentano le magistrature - che durano in carica nove anni: è attualmente presieduta dal giurista siciliano Augusto Antonio Barbera, succeduto nel dicembre 2023 a Silvana Sciarra, e il cui mandato si concluderà nel prossimo dicembre.

La Corte "vicina", incarna i diritti e li difende

Il volume di Amato e Stasio presentato a gennaio scorso presso la sede del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti a Roma, con i saluti introduttivi del presidente dell’Ordine Carlo Bartoli, la moderazione di Luigi Contu, direttore dell’Ansa, e la partecipazione, oltre ai due autori, di Giovanni Maria Flick, Marta Cartabia e Pierferdinando Casini, è un "viaggio negli anni dell’apertura della Corte costituzionale alla società civile, per conoscere un’istituzione che ha cambiato l’Italia. Quando nel mondo soffia il vento di sovranismi e populismi, quando i diritti fondamentali vacillano e si aprono scenari di riforme, le Corti costituzionali sono l’antidoto migliore contro le regressioni democratiche". La Corte costituzionale "incarna i diritti che la Costituzione riconosce a tutti noi, li nutre e li difende. Ha un potere enorme perché con le sue decisioni insindacabili incide profondamente nella vita delle persone, della politica e delle istituzioni. Eppure, pochi la conoscono, al contrario di quanto accade alle Corti supreme di altri paesi. Non c’è americano o israeliano che non sappia che cos’è, e che cosa fa, la propria Corte, percepita come coscienza del popolo e dei suoi valori. In Italia, invece, la nostra Corte è una semisconosciuta e questo analfabetismo è grave in tempi di “regressioni democratiche” che, in Europa e nel mondo, stanno mettendo a rischio lo Stato di diritto proprio con un attacco alle Corti". Perciò, a un certo punto della sua storia, "la Corte italiana decide di cambiare passo e di “viaggiare” – tra i giovani, nelle carceri, nelle piazze – per farsi conoscere. E conoscere. Decide di essere il corpo e soprattutto la viva voce della Costituzione per contribuire a formare una vera “mentalità costituzionale” e una piena coscienza dei diritti. Il libro racconta i cinque anni in cui quel cambiamento ha preso corpo, le difficoltà, le sfide, i traguardi, le donne e gli uomini che ne sono stati protagonisti, le loro emozioni, le decisioni più delicate. È un pezzo di storia del nostro paese, che i coautori hanno attraversato insieme dentro la Corte, in ruoli e con responsabilità diversi: "In quei cinque anni emerge con chiarezza il “dovere” di creare un legame di fiducia con i cittadini, essenziale per la tenuta di una democrazia costituzionale. Questo è il senso politico della comunicazione istituzionale, che non conosce zone franche. La polis, la cittadinanza, ha il diritto di conoscere e di capire, e chi amministra giustizia in nome del popolo non può sottrarsi alla responsabilità di spiegare e farsi capire. Che non è una prerogativa esclusiva di chi fa politica né un compito da delegare a terzi, né un mezzo per guadagnare consensi. È un dovere di ogni potere dello Stato".

Il "Viaggio nelle scuole" prosegue

Il viaggio nelle scuole, avviato nel 2018 sotto la presidenza Grossi, ha toccato numerosi istituti: in questo anno scolastico è partito da Roma nel settembre 2023 e ha toccato Lecce, Milano, Cesena, Enna, Scandicci, Cagliari e, nei giorni scorsi, Padova, dove il giudice Luca Antonini ha parlato del valore della donna nella Costituzione. Il viaggio prosegue e porterà i giudici della Consulta nelle scuole di secondo grado grazie alla carta d'intenti siglata dalla Corte e dal Ministero dell'Istruzione. Tutte le info sul sito istituzionale cortecostituzionale.it

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