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Messina, una devozione senza tempo per Santa Rita: la rinascita della vita con le rose arancioni FOTO

Un fiume umano ha salutato anche quest’anno l’uscita di santa Rita dal piccolo santuario di via Santa Marta. Una devozione senza tempo quella per Rita da Cascia, conosciuta come la santa delle rose e dei casi impossibili. Dal palco allestito in cima alla strada dove il rettore Francesco Pati ha impartito la benedizione, un tappeto di rose colorate si è levato fino al cielo, intrecciandosi coi raggi luminosi di un sole quasi estivo. Una festa dal sapore semplice, senza botti né luminarie, che profuma di solidarietà e attenzione verso gli ultimi, quelli che stanno ai margini. “E’ questo il significato racchiuso nella rosa, il più bello dei fiori che fra i petali esterni, i primi ad appassire, conserva la freschezza di un bocciolo che sa di vita nuova”, ha detto il sacerdote. A piedi scalzi, con addosso il classico abitino della santa e quel rituale che emoziona sempre - appoggiare le mani sul simulacro - per chiedere benedizioni e grazie - i fedeli hanno pregato al passaggio del corteo.

La statua, sistemata sulla vara in legno realizzata dall’artista Piero Serboli, è stata addobbata con trecento rose arancioni, colore che simboleggia la rinascita della vita e retta a spalla da 14 portatori del Gruppo Ceri Messinesi della parrocchia di San Camillo; a coordinare la processione, curata dal governatore del Santissimo Crocifisso Piero Corona e da Franco Forami, gli uomini della Polizia municipale con il comandante Giovanni Giardina e i volontari dell’Unione nazionale Arma dei Carabinieri. La processione è stata allietata dal suono della banda Giuseppe Verdi di Bordonaro diretta da Alberto Famà.

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