La comunità Santa Maria di Gesù a Ritiro ha accolto il nuovo parroco, don Antonino Gugliandolo. Un cambio inatteso ma “salutato” con gioia dai fedeli del villaggio, consapevoli del valore della parrocchia in un territorio ricco di potenzialità ma con tante criticità da trasformare, giorno dopo giorno, in bene. Pur se giovane – compirà 32 anni a novembre – l’esperienza vissuta a Mili San Pietro e Tipoldo che ha guidato per due anni è espressione del carisma che oggi più che mai chi indossa quella veste sacra deve avere. E padre Antonino ne ha tanto: «Lui è l’amico di tutti», ha detto il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro, che ha presieduto il rito di immissione canonica, esaltando le doti intellettuali di quello che per lui, da ex rettore del Seminario arcivescovile, è stato «uno dei figli prediletti».
Ordinato nel 2018, dopo la maturità scientifica don Gugliandolo ha conseguito la licenza in Teologia morale allo Studio San Paolo di Catania; per un anno ha ricoperto l’incarico di assistente pastorale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nella sede di Roma, il più grande Ateneo d’Europa. Attualmente, è direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale universitaria. Ad accoglierlo con semplicità, insieme a mamma Enza, ai familiari, ai sacerdoti (fra i quali alcuni compagni di corso), alle Autorità civili e militari del luogo, ai cantori della schola cantorum “Santa Maria di Gesù”, c’erano gli abitanti di Ritiro e quelli dei villaggi della zona sud, che hanno idealmente affidato il giovane alla cura della nuova famiglia con la quale, ha detto mons. Di Pietro, «è chiamato ad annunciare la parola di Dio».
Insieme a padre Antonino, la parrocchia di Ritiro, che ha sempre avuto guide illuminate (Roberto Romeo, Roberto Scolaro, Salvatore Trifirò, Antonino Romano), continuerà a camminare sicura cercando di essere un faro di luce spirituale, sociale e culturale, per tutto il quartiere. «Fatemi posto nel vostro cuore e portatemi nelle vostre preghiere quotidiane, vorrei entrare delicatamente nei vostri cuori augurando la pace a tutti, soprattutto a chi vive momenti di forte sconforto», ha detto padre Antonino affidandosi a Santa Maria di Gesù, che ricorda «la vocazione alla paternità, la quale va ben oltre l’età anagrafica», invitandolo «all’amore verso tutti, a essere strumento di riconciliazione, ad allargare i confini del cuore, ad avere tenerezza verso le famiglie, gli anziani, i giovani, verso chi si sente escluso e vive la solitudine».
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