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Colori e passione nei “Giudei” di San Fratello

Una delle tradizioni più famose al mondo. Il suggestivo Corteo silenzioso a Santo Stefano di Camastra

Definirla semplicemente “festa” è indubbiamente riduttivo per tutto ciò che incarna. Un cerimoniale antico in cui si mescolano identità e tradizione, storia, cultura, passione ed appartenenza di una comunità che si riconosce nel rito che più di ogni altro probabilmente la contraddistingue nel mondo intero, quello dei Giudei a San Fratello. Un evento tra leggenda e mistero, a partire dall’incertezza della sua stessa origine, tra teorie sull’appartenenza ebraica a quelle sulla discendenza dai drammi sacri medievali di cui raccontano storiografia e letteratura autorevoli. «I Giudei di San Fratello sono gli uccisori di Cristo, perciò nella rappresentazione della passione di Cristo che viene condannato e crocifisso, essi demonicamente si scatenano...», scriveva Leonardo Sciascia nella sua “Corda Pazza” del 1970, per una delle descrizioni contemporanee più note e dibattute dei Giudei, che da secoli caratterizzano la Settimana Santa nel centro nebroideo. Una funzione carica di rituali che vive e si caratterizza sul dualismo tra profonda religiosità e folklore profano, tra la fede ed il contrasto inevitabilmente rappresentato dai suonatori di tromba che per tre giorni, a partire dall’alba del mercoledì e fino all’apice della processione del venerdì santo, diventano protagonisti. Al centro della scena gli uomini con lo “sbirrijan” (il cappuccio secondo la locale lingua gallo-italica, ndc), vestiti con la giubba rossa ed i calzoni a bande bianche o gialle, scarpe di cuoio e stoffa, elmetto in testa, catene a maglie larghe nella mano sinistra e la lunga coda. Un tempo erano pastori o contadini, poi negli anni la tradizione ha coinvolto tanti altri sanfratellani, compagnie di amici che oggi indossano quell’abito tramandando la propria devozione anche ai più piccoli. La lavorazione stessa del costume del Giudeo, impreziosito da ricami ed ornamenti, rappresenta un vero e proprio capolavoro di arte manufatturiera, che per mesi impegna al telaio le donne di San Fratello e viene custodita con scrupolosità. Anche quest’anno, dunque, per la settimana Santa prevista la presenza di migliaia di visitatori e turisti che si lasceranno trasportare da questo autentico spettacolo di suoni, colori e passione di cui qualunque racconto difficilmente riuscirà a trasferire l’emozione e la suggestione pienamente apprezzabili soltanto vivendolo per le vie e tra la gente di San Fratello.

Santo Stefano di Camastra

La Processione del Venerdì Santo è unica per la suggestione e l'originalità che la caratterizzano ed è vissuta dalla comunità stefanese con profonda devozione e coinvolgimento. Il lungo corteo con le tradizionali statue rappresentative protagoniste della Passione si snoda lungo le vie principali dell'abitato in un silenzio rotto solo da una voce narrante in vernacolo e dai suggestivi canti de “I parti r'a Cruci” e dello “Stabat Mater”, risalenti alla fondazione del nucleo abitativo di Santo Stefano dopo la frana del XVII sec. ad opera del Duca di Camastra, con la ricostruzione affidata a maestranze della Sicilia,provenienti dalle zone interne di Caltanissetta, Giarratana, Mussomeli e Petralie, alle quali si deve il passaggio nella nuova comunità di riti molto antichi conosciuti anche come “martorio”. Il clou della narrazione sta nella figura dolente della Madre Addolorata trafitta da sette spade, che riassumono il dolore immenso per il figlio ingiustamente crocifisso. Durante le soste affiorano le radici profonde del sentimento religioso stefanese attraverso canti in antico vernacolo affidati ad un coro composto prevalentemente da giovani del luogo, quest'anno ben 16, che segue il suggestivo canto solista di bravi maestri stefanesi, da alcuni anni Enzo Perez, Sebastiano Rondinella e Salvatore Famularo, dotati di una robusta voce e di un'intonazione primitiva di grande effetto sulla silenziosa folla del corteo.
I riti della Settimana Santa si assommano agli altri eventi religiosi, costituendo un unicum di fede e devozione il cui senso è espresso dai principali punti di riferimento del Letto Santo e della chiesa del Calvario.

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