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Testimonianze e ricordi, Anna Kanakis nella “sua” Messina

Un ritratto intimo dell’attrice sessantunenne scomparsa di recente

Anna Kanakis, scomparsa all’età di 61 anni, è stata un’eccellenza messinese, affermatasi nel mondo dello spettacolo, del cinema – aggiudicandosi prestigiosi premi della televisione – protagonista di diverse fiction di successo, tra cui Il Maresciallo Rocca – e della letteratura, dato che dedicò gli ultimi anni a scrivere intensi romanzi storici dedicati a vite “diverse”.
La Gazzetta analizza – attraverso alcune testimonianze originali che recuperate in questi giorni – alcuni aspetti del suo legame con Messina, dove nacque il 1° febbraio 1962 e si formò – alternando periodi vissuti a Catania – figlia di un ingegnere greco, Andrea Kanakis (che frequentò il biennio all’Università di Messina, come rileva Daniele Macris) e di una donna originaria di Tortorici, Cettina Costanzo, che fu ispettrice del lavoro a Catania e – come rileva lo studioso Enzo Mancuso – era figlia del grande avvocato penalista Salvatore Costanzo, molto noto a Messina negli anni Cinquanta, che abitava all’isolato 80, a pochi passi dal viale S. Martino.
Anna Kanakis studiò, ma solo per alcuni mesi, il Liceo classico “F. Maurolico”, dove si era formata la madre. L’artista Pippo Crea la ricorda frequentare, negli anni Sessanta, la zona di via San Licandro, mentre Rosamaria Mastroeni quando, ragazzina, era alle scuole elementari al “Dante Alighieri”, a ridosso della sua abitazione di via Caio Domenico Gallo (isolato 454), a pochi passi dalla Fiera, dove la piccola Anna abitava con madre e nonna, trascorrendo il tempo, come lei stesso amava ricordare, leggendo i libri d’avventura di Salgari. «Penso all’infanzia con tenerezza. Ero una bimba riccioluta con il viso affondato in un libro; ne divoravo a decine e volavo con la mente in mille luoghi», ricordava l’attrice, come ben evidenzia il noto critico Giovanni Bogani. «Era bellissima. Grandi occhi scuri, capelli neri lunghissimi, nello sguardo fierezza antica», osserva ancora Bogani.
Amava gustare le specialità dolciarie peloritane, come scrisse nella sua nota che ci donò per il libro ”Dolce Messina”, in cui evoca la pignolata, la «brioche per la prima colazione con la virgola di panna e lo zucchero di sopra per cui andavo matta», il viennese, e soprattutto quei mitici «tavolini di Irrera» dove gustare la mezza con panna: «a Messina la panna è dolce e il caffè è amaro, diversamente dalle altre città».
Alcuni la ricordano aitante ballerina in alcune trasmissioni della Rtp. Anna Kanakis fu la più giovane Miss Italia della storia, eletta a 15 anni durante la cerimonia svoltisi a Sant’Eufemia d’Aspromonte, il 22 settembre 1977. Vinse l’ambito riconoscimento dopo essere stata “scoperta” nelle Eolie ed eletta Miss Vulcano: “Anna Kanakis ha tutti i numeri per essere più d’una reginetta”, titolava la ”Gazzetta del Sud” nell’articolo dell’inviato Vincenzo Bonaventura. La splendida foto in bianco e nero di Natalino Saya la immortala sulle pagine del quotidiano, con uno splendido sorriso, mentre posa nella sede della “Gazzetta” dove, dopo la straordinaria vittoria a Miss Italia, venne a salutare il “suo Giornale” per «ribadire che è messinese anche se abita a Catania ed è figlia di un professionista greco», ribadiva la didascalia, che aggiungeva. «Era accompagnata dallo zio, figlio del compianto avv. Giuseppe Costanzo, scomparso nel 1969 e che i nostri lettori ricorderanno protagonista, come parte civile, del famoso processo a Roger Izoard», riferimento al caso giudiziario di rilievo internazionale che vide il processo svolgersi proprio a Messina. La giovanissima Anna – che frequentava la quinta al Liceo “Cutelli di Catania, compagna di scuola del futuro conduttore Salvo La Rosa – partecipò nel 1981, come rappresentante italiana, a Miss Mondo, a Londra, come rilevato sempre sulla “Gazzetta” da Tonio Licordari. «È la classica bellezza mediterranea, la bellezza giusta, la Miss Italia più interessante degli ultimi dieci anni», scrivevano gli organizzatori della kermesse internazionale, dove fu iscritta su suggerimento del patron di Miss Italia Enzo Mirigliani. Nell’articolo la Kanakis afferma di sentirsi «messinese soprattutto», e si faceva riferimento al riavvicinamento con il padre.

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