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Pasionaria Angela, donna forte e coerente

L’addio all’ex deputata del Pci Bottari. La vita come militanza politica, un impegno civile e sociale a 360 gradi contro violenza e ingiustizie

La sua vita è stata un film. Una trama piena e vissuta fino in fondo, nell’arco di 78 anni, che sono sembrati un soffio e dove c’è stato di tutto, dalla fine di una Guerra mondiale agli anni complicati e contraddittori di questa seconda decade del nuovo millennio. La lotta per i valori, l’impegno sociale, la lunga militanza politica, gli amori, la famiglia, i cinque figli. Un simbolo, un’icona, facile definirla una “pasionaria”. Lei era Angela Bottari, e basta. Senza modelli pre-costituiti, senza ombre, senza incensamenti, perché se una cosa ha odiato nella sua vita, oltre all’ingiustizia e a chi fa violenza sulle donne, quella era proprio la retorica.
E allora va ricordata proprio senza retorica. Donna forte, perché consapevole delle proprie e altrui debolezze. Comunista, di quelle che avevano fatto la scuola di partito e che hanno mangiato pane e politica sin da quando avevano il grembiulino a scuola, ma con l’ago della bussola puntato sempre verso il centro: l’interesse generale, la difesa dei più deboli.
Oggi nel Paese tutti la stanno ricordando per quella legge del 1981, la 442, che in un’Italia ancora retrograda e maschilista, portò all’abrogazione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore. Lei siciliana, andava contro una parte, deteriore, della Storia della sua Isola. Da relatrice della legge, elencò innumerevoli casi di donne sacrificate sull’altare dell’onore e della morale, come se i roghi delle streghe non si fossero mai spenti. Lei, donna libera, non poteva sopportare che altre donne restassero in catene. E in una sua memorabile uscita pubblica, negli ultimi anni (era l’ottobre dell’anno scorso), in occasione della presentazione a Messina del romanzo “Oliva Denaro” di Viola Ardone, ricordò proprio quanto furono dure, ma esaltanti, le battaglie di quell’epoca.
Nata sotto il segno dei Pesci, il 16 marzo del 1945 (un mese dopo ci sarebbe stata la Liberazione), Angela fin da piccola mostrò un interesse straordinario per le vicende politiche e sociali. Visse in prima persona da studentessa gli anni del Sessantotto, a 26 anni (era il 1971) prese la tessera del Pci e assunse il ruolo di responsabile femminile della Federazione di Messina. Nel 1975 entrò in Consiglio comunale.
A 31 anni il gran salto nella politica nazionale: alle elezioni del 1976 venne eletta deputata e restò in Parlamento per tre legislature consecutive, fino al 1987. Un impegno a tutto tondo, dal lavoro alla lotta alle mafie, anche se il suo nome verrà ricordato per sempre grazie alle sue battaglie contro la violenza (fisica, sessuale, morale, psicologica) sulle donne. Come ha ricordato il prof. Antonio Saitta, anche ad Angela Bottari si deve «la legge sull’aborto e per la riforma della legislazione sulle adozioni dei minori, che mise al centro il bambino e il suo diritto di avere una famiglia». E fu anche componente del comitato ristretto per l’introduzione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.
La ricerca di forme di collaborazione politica e istituzionale le valse anche più di un attacco (interno ed esterno), da parte di chi la considerava una sorta di alleata “occulta” della Dc di Gullotti e Astone. Poi, i difficili anni Novanta, la trasformazione del Pci in Pds, in Ds, fino all’attuale Pd. Lei è sempre rimasta in trincea, pur se a volte in posizioni fortemente critiche nei confronti della linea ufficiale del partito. Nel 1996 fu segretaria regionale in Sicilia. Nel dicembre 2005, quando la chiamò in Giunta l’allora astro nascente del Centrosinistra messinese e siciliano, il neosindaco Francantonio Genovese (in futuro, poi, considerato quasi un “paria” da chi per anni e anni gli fu accanto...), Angela disse di sì, perché le fu assegnata la delega voluta, quella di assessora al Risanamento e alle Politiche della Casa. La lotta per dare un dignitoso alloggio alle famiglie baraccate messinesi è stato un altro dei suoi fronti d’impegno prioritario.
Anche quando non ha più avuto incarichi, non è mai sparita dai radar. Ha fatto Politica, quella con la P maiuscola, a casa (litigando e condividendo tutto, con il suo compagno-marito, sposato in seconde nozze, un altro gigante della Sinistra messinese, l’on. Gioacchino Silvestro), nei circoli, nelle librerie, negli incontri con gli studenti, nelle riunioni di un partito che non ha mai abbandonato. L’ultimo suo segno tangibile, la battaglia condotta per l’elezione a segretaria del Pd di Elly Schlein, che l’ha ricordata con parole commosse.
Quando se ne va una come Angela Bottari, non ci sono steccati, ideologie, appartenenze, divisioni che tengano ed è giusto che Messina le tributi il meritato onore, con la camera ardente allestita nel Palazzo municipale.
--- A Gioacchino Silvestro, ai figli, ai 9 nipoti e ai familiari tutti, le più sincere condoglianze della Gazzetta del Sud.

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