Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Coesione europea, a Messina la settima Giornata nazionale: i divari e le risorse "giovani" del Sud

All'Università il progetto itinerante Trusting Europe, per sensibilizzare le comunità locali e la platea studentesca sugli interventi UE rivolti alle regioni svantaggiate

In un Paese “a due velocità” come l’Italia, le politiche di sviluppo del Sud rivestono un ruolo strategico per promuovere una crescita economica equilibrata e ridurre le disuguaglianze territoriali. E se le politiche di coesione, volte a fornire a tutti uguali strumenti di sviluppo,  rappresentano la stessa dimensione etica di una istituzione sovranazionale come l’Unione Europea, parlarne al Sud ha un valore speciale, rivolgendosi a aree in cui i divari sono più forti e il bisogno di azioni mirate è molto più accentuato. E dove occorre, quindi, una più imponente azione di sensibilizzazione rispetto agli strumenti offerti dall’Ue ma, soprattutto, sulle strategie volte a poterli concretamente utilizzare come, purtroppo, non sempre avviene.

Ad accendere i riflettori sulle politiche promosse dall’Unione Europea è stata la “Settima giornata della Coesione” organizzata nell’ambito di  TRUE- Trusting Europe, il progetto cofinanziato dall’Unione europea e realizzato dal Consorzio interuniversitario Tucep, di cui fa parte anche Unime, con  l’agenzia di comunicazione Withub, l’azienda di ricerca e consulenza Digivis e l’associazione La Nuova Europa.

La giornata, che si è svolta nell’aula dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti dell’Ateneo di Messina, si è aperta con i saluti istituzionali del prorettore vicario Eugenio Cucinotta, della responsabile amministrativa del Centro documentazione europea Unime Loriana Maimone Ansaldo Patti, del professore Roberto Montanini, rappresentante di Unime nel Tucep, e del presidente, il prof. Gianluca Rossi dell'Università degli Studi di Perugia, che ha spiegato le funzioni del consorzio, nel quale oltre alle istituzioni accademiche sono rappresentate anche imprese e start up del territorio, favorendo l’incontro tra formazione e mondo del lavoro.

A coordinare l’incontro la  vicecaposervizio di Gazzetta del Sud Natalia La Rosa, responsabile dell’inserto Noi Magazine, che ha evidenziato l’importanza della corretta informazione rispetto alle tematiche riguardanti l’Europa, anche per accorciare quella “distanza” spesso percepita soprattutto dai giovani.

Il quadro normativo e le strategie d'intervento

Le relazioni tecniche sono state affidate alle docenti del Dipartimento Scipog dell’Ateneo Anna Pitrone e Domenica Farinella, e a Piero David ricercatore dell’URT ISMED-CNR. Pitrone ha tracciato un ampio excursus storico e giuridico del principio di coesione europea, sul quale ogni tre anni la Commissione è chiamata a relazionare. E l’ultima relazione del 2022, post covid, ma precedente ai conflitti, ha segnalato il profilarsi di nuovi divari, anche alla luce degli obiettivi della nuova programmazione: transizione verde e digitale. «Senza azioni politiche adeguate si potrebbero generare nuove disparità economiche, sociali e territoriali - ha evidenziato Pitrone - La speranza è che gli Stati si facciano trovare pronti a rispondere alle vecchie e nuove sfide». Farinella ha delineato lo sviluppo territoriale nel Mezzogiorno “dalla fine dell'intervento straordinario alle politiche di sviluppo territoriale place-based”, cioè fondate sulle reali esigenze e peculiarità dei luoghi cui si riferiscono: «Il Mezzogiorno rimane ancora un’area con gravi problemi socio-economici. Per affrontare queste sfide, è necessario un impegno continuo nella promozione dello sviluppo territoriale, attraverso politiche integrate che coinvolgano le comunità locali, promuovano l'innovazione e creino opportunità occupazionali sostenibili».

Vent'anni di divari nel Mezzogiorno

Il gap che il Sud in 20 anni non è riuscito a recuperare è stato evidenziato da David, analizzando i risultati delle politiche di coesione in Italia del periodo 2000-2020 e delineando lo sviluppo del nuovo ciclo di programmazione 2021- 2027.

Quasi tutto il Mezzogiorno d’Italia, ha rilevato,  ha continuato a crescere sempre molto meno della media dei Paesi dell’Ue27. Ma il trend è negativo per tutto il Paese: nel 2000 erano ben 10 le regioni italiane fra le prime 50 per Pil pro capite  e nessuna fra le ultime. Nel 2021 fra le prime ne sono rimaste solo quattro (Provincia autonoma di Bolzano, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e Valle d’Aosta), mentre fra le ultime ora se ne trovano ben quattro (Puglia, Campania, Sicilia e Calabria). Le recenti tendenze demografiche in atto in Italia, in particolare nel Mezzogiorno, fanno presupporre che invecchiamento e spopolamento possano in futuro contribuire ad ampliare i divari in termini di reddito con il resto d’Europa. In assenza di interventi sull’occupazione e sulla produttività, la forbice con l’Ue nel 2030 è destinata ad allargarsi pressoché ovunque in Italia e in particolare al Sud.

Le risorse che non si è capaci di spendere

E se le risorse contro i divari ci sono, il Sud però non le sa spendere: emerge infatti il gravissimo ritardo legato a diversi  elementi, fra cui la stabilità amministrativa,  la qualità della governance, le continue innovazioni normative e la complessità dei bandi, a fronte della mancanza strutturale di personale in grado di supportare progettazione e partecipazione.

Lo stesso spunto è emerso dal dibattito, al quale tra gli altri è intervenuto anche lo studente Gianluca Carbone, coordinatore della testata giornalistica studentesca UniVersoMe, evidenziando la necessità di percorsi formativi per figure professionali che possano fornire adeguata consulenza nella predisposizione e presentazione dei progetti volti ad ottenere risorse europee. Un orizzonte nel quale possono proficuamente incontrarsi le prospettive occupazionali in particolare dei giovani, e dei giovani del Sud, con la concreta fruizione sui territori di risorse spesso esistenti solo sulla carta. E in questo percorso fondamentale è la divulgazione, la conoscenza e la condivisione di opportunità e idee, soprattutto sulle aree più svantaggiate.

Spiegare l’Europa ai territori

TRUE-TRUsting Europe è un progetto cofinanziato dall’Unione europea e realizzato dal Consorzio interuniversitario Tucep, di cui fa parte anche Unime, con  l’agenzia di comunicazione Withub, l’azienda di ricerca e consulenza Digivis e l’associazione La Nuova Europa APS,

Punta a sensibilizzare il pubblico rispetto alle politiche di coesione dell’Unione Europea, e cioè rispetto alla progettualità legata ai diversi territori e finalizzata a sostenerne lo sviluppo, attraverso una serie di incontri e con l’organizzazione di laboratori e la predisposizione di materiali informativi.

L’incontro di Messina è stato il settimo del percorso itinerante che ha toccato diverse città italiane e che si concluderà a Roma il prossimo 30 novembre, nel corso dell’evento finale in programma nello Spazio Europa David Sassoli.

Caricamento commenti

Commenta la notizia