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Messina Street Food: sono davvero numeri da “Oktober Fest”

Si conferma lo straordinario successo del “Messina Street Food” conclusosi ieri in una stracolma piazza Cairoli

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Con la premiazione degli operatori che hanno portato in piazza le specialità più gettonate, cala il sipario sulla quinta edizione del “Messina Street Food Fest”, la rassegna che valorizza il cibo di strada e che ormai, per la nostra città, con le debite differenze, si configura come una sorta di “Oktober Fest” dello Stretto.
Anche quest’anno è stato record di pubblico e, secondo le prime stime (nei prossimi giorni ci saranno i dati ufficiali), la manifestazione è riuscita a superare il tetto delle 112mila presenze dell’anno scorso andando ben oltre questo limite e chiudendo con un segno positivo. Il gradimento dei visitatori è stato tangibile già dal giorno dell’inaugurazione quando in tantissimi hanno affollato piazza Cairoli visitando le casette del “food” per gustare le specialità preferite. Un numero che è aumentato sempre più nelle serata successive e fino all’ultimo giorno. Molto gradite sia le specialità classiche dello “street food” siciliano e di altre regioni che quelle innovative.
C’è stata una grande partecipazione anche agli “show cooking” nell’ambito del “Messina Street Fish” che ha esaltato il pescato locale. Messina si conferma una città generosa, i proventi dei “live” con chef stellati e di livello sono stati devoluti al Cirs Casa Famiglia e alla Mensa di S. Antonio. Tanto pubblico anche ai concerti organizzati sul palco allestito a piazza Cairoli con artisti che hanno fatto ballare fino a tarda sera. Quest’anno, inoltre, la manifestazione è stata raccontata in diretta attraverso trasmissioni, video, interviste e articoli dai giornalisti del gruppo Ses-Gazzetta del Sud- Rtp che è stato media partner del “Messina Street Food Fest”.
Altra novità di questa quinta edizione è stata la Radio “Messina Street Food Fest”. Soddisfatto il patron dell'evento Alberto Palella: «Il successo della manifestazione è confermato non solo in relazione alle presenze ma anche riguardo l’indotto che l’evento che genera. Sicuramente siamo cresciuti, c’è stato un incremento, le 112mila presenze dell’anno scorso sono state superate, abbiamo messo un segno più. Siamo più che soddisfatti, stanchi ma strafelici».
Il villaggio gastronomico con le specialità del cibo di qualità si conferma, dunque, un appuntamento gradito per migliaia di messinesi e di persone che arrivano dalla provincia e dalla Calabria, un risultato che però impone una riflessione su quello che vuole essere in futuro questa manifestazione. Per Palella il punto di partenza è fare rete: «Questo deve essere un momento di aggregazione che dura non soltanto il tempo della manifestazione, ma un momento che ha riflessi anche sul “dopo”, oltre che sul “prima”. Per esempio, nella settimana del “Fest” si potrebbero organizzare mostre d’arte o altri eventi, creare una rete con i commercianti. Mettere a reddito un evento significa davvero portare maggiore turismo. Vedo che ora tutti vogliono fare “Street Food”. Quest’anno abbiamo creato un “press tour”, è un’iniziativa ancora allo stato embrionale, ma si potrebbe strutturare meglio, abbiamo chiamato giornalisti enogastronomici facendo vivere loro esperienze diverse, non solo lo “street food” ma anche visite ad aziende, cantine, hanno conosciuto i prodotti locali e le bellezze artistiche di Messina. Spero che in futuro ci sia una interlocuzione anche con gli altri commercianti, penso che sia importante fare rete». Per l’ultima serata a piazza Cairoli c’era anche il sindaco Federico Basile: «C’è una piazza piena per seguire un evento che non è solo culinario ma enogastronomico con una portata più vasta, è una piazza che ha animato l’isola pedonale, vedo tanta gente che prima di arrivare alle casette del “food” fa anche un giro dei negozi, anima in maniera diversa un elemento che è attrattore di un sistema che può funzionare e funziona. Siamo al quinto anno della manifestazione, dal 2017 ad oggi le cose si sono evolute, non solo in termini numerici, ma di qualità. Ci sono tanti chef che portano le loro peculiarità, ho visto un “press tour” di alcuni blogger che vengono da fuori, è un evento che attrae e che non è solo cibo, ma anche tutela dei prodotti territoriali. Con Andy Luotto abbiamo fatto un bella chiacchierata, forse andrò a trovarlo a Roma, lui porta un tipo di cucina che parte dal territorio, penso che anche questi scambi interculturali nell’ambito culinario servono alla nostra città».

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