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Santo Stefano in pellegrinaggio: il Letto Santo torna a casa. Domenica mons. Giombanco celebrerà la riapertura del Santuario

La comunità stefanese si prepara ad un evento intimo e fortemente sentito in tutto l’hinterland nebroideo: la festa del Letto Santo dedicata ad un Crocifisso ritenuto miracoloso, da tempo immemorabile ospitato in un Santuario in cima ad un colle a circa 900 metri a custodia dell'abitato.

Nel lungo periodo delle restrizioni Covid, in coincidenza con i lavori di un impegnativo restauro eseguiti nel complesso dell’ex Monastero benedettino di origine normanna, la Santa Croce è stata ospitata, assieme al ricco corredo delle immagini ex voto attestanti i miracoli avvenuti nel tempo, nella locale chiesa Matrice della parrocchia S. Nicolò di Bari a conforto dei fedeli.

Quest’anno, in occasione della festa, che ricade sempre nella seconda domenica di settembre, essendo stati ultimati i lavori, il prezioso Crocifisso è tornato al suo posto nel Santuario, accompagnato da numerosi fedeli che ieri sera sono partiti per il lungo pellegrinaggio che dalla Chiesa Madre di Santo Stefano conduce fino al Santuario.

Denso di appuntamenti il programma della settimana che ha previsto, dopo giornate dedicate agli ammalati e alle famiglie, la processione serale con il Crocifisso, il pellegrinaggio e la ricollocazione del Crocifisso nel Santuario. Oggi, vigilia, e domani, giorno della solenne festività, segnerannno la riapertura al culto, dopo oltre tre anni, del Santuario. Sarà presente il vescovo della Diocesi di Patti mons. Guglielmo Giombanco, che assisterà anche alla presentazione dei lavori effettuati. Molto impegnato alla riuscita di tutte le fasi della festa l’arciprete della parrocchia don Calogero Calanni, collaborato da numerosi volontari animati da un autentico profondo spirito di fede. Da sottolineare il suggestivo percorso a piedi di circa 16 km in salita del pellegrinaggio solitamente molto partecipato, che si svolge in orario notturno con la recita di preghiere di invocazione al Crocifisso del Letto Santo in vernacolo della più antica tradizione locale.

L’intervento di restauro e rifunzionalizzazione del Santuario “Santa Croce Scala Coeli”, i cui lavori sono stati finanziati con 1.902.177,87 euro, «ha tenuto conto – spiega l’arch. Angelo Pettineo, che su incarico della Soprintendenza di Messina ha seguito i lavori – sia della natura e dello stato di conservazione della struttura, sia della potenzialità archeologica dell’area. Infatti, nei locali seminterrati, riportati parzialmente alla luce gli originari muraglioni di cinta, mentre nel nucleo più antico è stata evidenziata la sopravvivenza dei resti di un torrione centrale, con funzioni militari».

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