“Un tocco di campana, un’Ave Maria e per noi è sempre festa!” La fede e la devozione di un popolo in cammino dietro Maria, che racconta una storia fatta di legami, speranze, morte e rinascita: accade a Giampilieri Superiore, dove ieri è stata celebrata la Madonna delle Grazie, patrona della vallata, in una serata di festa che richiama il grande senso di comunità qui vissuto e respirato in ogni angolo dell’abitato. La suggestiva discesa del simulacro dopo il lungo rito della vestizione dal piccolo santuario della Beata Vergine Maria in cima al paese, attraverso trecento scalini illuminati, i volti segnati dalla gioiosa fatica dei portatori al grido di Viva Maria, i fuochi d’artificio, l’arrivo del corteo alla chiesa madre, il suono festoso della banda, sono i segni vitali di una tradizione che racconta quel senso di appartenenza sopravvissuto alla distruzione del fango e della pandemia, al buio della notte rischiarata da una luna di speranza. E’ stato il parroco don Andrea Di Paola a guidare la processione e la preghiera finale; per lui questa è stata la prima festa, vissuta con grande spirito di condivisione assieme agli abitanti del luogo, primi fra tutti i giovani, il comitato festa e i membri dell’associazione Giampilieri 2.0, che hanno animato le serate precedenti. E non c’è devozione senza bellezza, quella esaltata dai tratti dell’imponente statua della Madonna delle Grazie, avvolta nel suo nuovo manto di velluto blu sul quale risplendono gli ori ex voto che adornano un meraviglioso decoro, realizzato dalle signore Giuseppa, Emmanuela e Lilla che, insieme a mons. Giuseppe La Speme hanno lavorato pazientemente per quattro mesi. L’opera di Gregorio Zappalà risale al 1902; l’originale, del 1770, era andata distrutta in un incendio nel 1901. Oggi, giorno della solennità, la processione del simulacro della Madonna delle Grazie per le vie del paese; al rientro, sul sagrato della chiesa, il canto dell’Ave Maria e lo spettacolo di giochi pirotecnici.
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