È una sfida non da poco trovare il legame tra elementi considerati agli antipodi, inconciliabili. Il concetto di unità, tuttavia, si fonda sull’incontro tra gli opposti, le due controparti che necessitano l’uno dell’altro. E proprio questo forte senso di integrazione ha permeato e connota tuttora il percorso personale e lavorativo di Noemi Fiorentino, operatrice olistica con solide basi scientifiche. Per diversi anni infatti ha esercitato la professione di psicologa. E la fusione tra anima e materia, scienza e spiritualità è da sempre il tratto distintivo di ogni sua attività. «Ho scelto di studiare Psicologia, studi che ho compiuto a Palermo e a Padova, perché già in età adolescenziale avevo compreso che stare bene significa conoscere sé stessi – racconta –. Presto però mi sono resa conto che oltre ai sistemi di pensiero c’era altro e l’attrazione che avevo sempre avuto per l’esoterismo e l’invisibile mi ha condotta nell’ambito della spiritualità. A tutto ciò si è aggiunta la consapevolezza che le attività che parallelamente portavo avanti, come la pittura, la scrittura e la danza, possedevano anch’esse una grande funzione catartica, molto importante quindi in un’ottica di crescita personale». In Noemi nasce quindi il concetto di psicologia creativa che unisce modelli scientifici alla creatività. Ispirandosi a una delle sue figure di riferimento, Alejandro Jodorowsky, si dedica in particolare alla lettura dei tarocchi, nulla a che vedere però con la predizione del futuro. «Non sono una cartomante – precisa – e per questo motivo preferisco la definizione “lettura dell’anima”, un’occasione per conoscersi e crescere. Le carte forniscono in questo caso una fotografia dell’inconscio, e, dalle immagini che mi restituiscono, scrivo dei racconti che narrano la storia della persona che ho di fronte». Oltre alla scrittura, come si diceva, anche la danza può fornire preziose chiavi di accesso nel processo di scoperta del proprio sé. «Proprio attraverso la danza ho avuto la mia “epifania”. Interpretando la figura del matto, sulle note della canzone di Guccini, io, che un po’ matta mi ero sempre sentita, ho messo da parte le mie convinzioni. Un atto di sublimazione che mi ha restituito me stessa». Nel trasmettere quest’arte, Noemi, che è infatti anche insegnante di danza, utilizza le tecniche dell’improvvisazione e quanto appreso durante il tirocinio post laurea sulla bioenergetica. «Questo filone della danza contemporanea – spiega – allena a sviluppare l’intelligenza delle molecole del corpo». Tutto il cammino di Noemi testimonia una visione lontana da qualsiasi suddivisione per compartimenti stagni: «Credo che scienza e spiritualità siano combacianti, reciprocamente necessari. Semplicemente, ciò che oggi è spiritualità domani sarà scienza. Viviamo un momento di estremismi, forse perché abbiamo perso quel centro che può essere ritrovato focalizzandoci sulle cose più semplici ed essenziali, gli affetti, la natura. Ho la certezza, però, che in futuro si ritroverà il senso di unità».
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