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Laura, la stilista partita da Taormina che ha creato il brand Pescepazzo

Laura Menodia

«Sono tornata nella mia amata terra per investire in un posto magnifico. Creando un accessorio che non parla solo siciliano ma ha anche un respiro internazionale. E tra poco avremo il nostro “pop up” a Milano. Insomma, pian piano stiamo raccogliendo soddisfazioni. Come la collaborazione con Falconeri Sanremo e Cannes. Che mi rende davvero orgogliosa». La sua particolarità? Essersi messa in gioco rimescolando parte delle carte del suo vissuto e del suo ricco background. Laura Mendolia, classe 1992, originaria della perla dello Ionio, nel settembre del 2018, dopo gli studi giuridici, ha deciso di seguire la sua immensa passione per la moda, fondando un brand, “Pescepazzo”, che prende romanticamente il nome da una filastrocca che l'amata nonna Cettina, pittrice e fotografa subacquea di grande talento, le recitava quando era bambina. Dove protagonista era un pesce avventuroso, capace di andare controcorrente, amante della libertà. Un po’ come lei. Che ha scelto anche di non andare contro il suo cuore e di dare gambe ai suoi sogni.

Gli esordi

«Sin da bambina – racconta Laura, reduce dalla prima edizione del Premio nazionale di Moda “Me Fashion Award”, promosso dalla giornalista Patrizia Casale – ho sempre coltivato la passione per la moda, ma probabilmente, dopo la maturità, ho avuto paura di sceglierla come strada e quindi ho cominciato a studiare Giurisprudenza alla Luiss di Roma. Ma già prima della laurea, tra un esame e l'altro, sentivo che non ero felice del percorso intrapreso e che dovevo cambiare qualcosa. Così, dopo la corona di alloro, ho fatto un anno di accademia di costume e moda dove ho frequentato un corso di fashion marketing che mi è servito molto per capire come promuovere il brand anche se come si fa materialmente una borsa l'ho imparato molto da autodidatta e frequentando persone che facevano la stessa cosa e avevano qualcosa da trasmettere ». E il suo è un brand completamente artigianale, con una piccola produzione. «Forse – continua – proprio questa è la nostra forza. Ho iniziato come esperimento partendo della coffa siciliana, la tipica borsa in paglia realizzata intrecciando le foglie di palma nana e ho pensato di rivoluzionarla e interpretarla, rivestendola con seta, velluto, piume, frange e corallo. E ora ci sono una decina di negozi che rivendono le mie creazioni. E fra questi, molti hanno radici in località turistiche come Capri e Porto Cervo. In tutto questo, però, c'era e c'è anche se non più fisicamente mia nonna che mi ha sempre incoraggiato e con cui da piccina disegnavo vestiti e gioielli e che mi ha sempre incoraggiato, mi piace ricordarlo, a fare un lavoro che allenasse la mia spiccata fantasia».

Le ambizioni

Gli inizi non sono stati semplici, ma oggi Laura è soddisfatta di quello che fa. E anche i suoi, che inizialmente erano titubanti, l'hanno sempre sostenuta: papà è un grande fan, mentre mamma una grande alleata. «Certo – dice – anche loro si sono dovuti abituare all'idea, ma oggi li ringrazio per tutto quello che hanno fatto e continuano a fare per me». E la giovane, con il sorriso di chi ha un entusiasmo contagioso, sogna i prossimi step: come aprire un punto fisico nella sua Taormina che sta vivendo un grande fermento culturale. Tappa, questa, che secondo lei potrebbe sancire davvero un ritorno vero nella sua terra. «Un laboratorio più grande mi permetterebbe di accogliere persone e scambiare idee con chi vuole conoscerci di più e per questo, per ora, siamo in una fase di ristrutturazione. Sogni? Sono tanti – conclude la giovane –. Ma adesso lavoro duramente affinché “Pescepazzo” cresca soprattutto in Sicilia e magari possa dare ancora più lavoro».
cla.be.

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