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Messina, la piccola Sofia è andata via: ma restano le storie del suo sottomarino

La vita della bimba, che abitava in una stanza del reparto dell’Irccs dedicato alle gravi cerebrolesioni, è diventata un commovente libro

Abitava in una stanzetta del reparto dell'Irccs Piemonte dedicato alle gravi cerebro lesioni, Sofia Todaro, una bambina messinese che il 27 aprile del 2020, a soli 12 anni, ci ha lasciato.

Ed è salpata alla guida del suo sottomarino, l'ambiente immaginario che la bimba aveva creato e da cui ha preso spunto l'autore del racconto per il titolo di un volumetto che riporta alcuni tratti di quei lunghi e sofferti sette mesi di ricovero: “Le storie del sottomarino di Sofia”. Dodici piccoli paragrafi, voluti dai dirigenti dell'Irccs Piemonte, scritti da Ettore Zanca con le illustrazioni di Luca Raimondi e il contributo di “A circle spa”, che raccontano i ritmi di una storia magica e maledettamente crudele.

Il volumetto è stato presentato all'Irccs Piemonte dove la ragazzina è rimasta ricoverata nel reparto di riabilitazione neurologica per il tumore che l'aveva colpita. «Non c'è persona dell'ospedale che non abbia conosciuto e amato Sofia – ha detto commossa Felicita Crupi, direttrice amministrativa – la sua sofferenza, il suo vivere in ospedale hanno dato il senso di comunità e di umanizzazione degli ambienti sanitari».

«Quando l'amore non c'è, tutto quello che faremo è perso – ha aggiunto, con un soffio di voce, il direttore generale dell'Irccs Piemonte, Vincenzo Barone – Sofia ha veicolato emozioni, sorrisi e speranze». «Lei è perennemente presente tra noi per l'umanità che ha profuso – ha spiegato la responsabile del reparto delle gravi cerebro lesioni acquisite Carmela Rifici che l'ha avuta in cura per tutto il tempo – e per lo stimolo che ha dato a tutti noi operatori a continuare a fare il nostro lavoro anche quando le speranze sono minime».

Alla presentazione del volumetto sono stati in tanti a stringersi attorno alla famiglia della piccola, i genitori Mirella e Benedetto e la sorellina Chiara. Dopo la presentazione sono stati mostrati ai genitori i pannelli illustrativi del libro, dodici, quanto il numero dei paragrafi, posizionati nel corridoio del reparto delle gravi cerebro lesioni acquisite affinché l'esempio di questa bambina, sorridente e straordinaria, sia conosciuto a tutti.

In quel sottomarino fantasioso, che era quella stanzetta d'ospedale, si scandiva l'importanza del tempo, un luogo permeabile dove ognuno entrava per prendere e dare emozioni e dove le parole curavano quanto le medicine. Il mio mondo è un mare d'amore, recita il sottotitolo del volumetto. Non dimentichiamo di vivere ogni giorno non come l'ultimo ma come unico, un giorno che il tempo ha concesso. E se lo si vive in un mare d'amore, come lo ha vissuto Sofia, non sarà vissuto invano.

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