«Adoro Verga e le sue storie molto belle ma tragiche. Ma la sua poetica è troppo triste per i giovani di oggi e per il momento che stanno vivendo. Forse, dopo tutto quello che hanno passato in questi due ultimi anni, dal lockdown per il Covid, chiusi a casa e zitti in un angolo, alla guerra, i ragazzi avrebbero bisogno di un pochino di allegria. Altrimenti non avranno più speranza. Invece il momento tragico bisogna superarlo trasformandolo in un’occasione di rinascita. Un dramma può essere letto anche come nuovo inizio, non come fallimento». La messinese Maria Grazia Cucinotta commenta la traccia per gli esami di maturità 2022. In particolare, la novella di Giovanni Verga, «Nedda, Bozzetto siciliano», sul tema degli «ultimi», dove la protagonista intreccia una relazione con Janu, un giovane contadino che ha contratto la malaria. La ragazza resta incinta e nascerà una bambina. Lui promette di sposarla ma muore poco dopo per un incidente sul lavoro.
"I ragazzi sono quelli che hanno sofferto di più durante la pandemia - incalza Cucinotta, la cui figlia Giulia Violati è laureanda in Economia e management alla Luiss di Roma- . Il paradosso è che si ritrovano anche puniti dopo che hanno subito una clausura ingiusta in silenzio, in un angolo. Invece precisa - bisognerebbe cominciare davvero a ricostruire un mondo migliore per loro. Siamo noi ad aver distrutto la terra dove dovranno vivere con i loro figli. Siamo noi che diamo il cattivo esempio cominciando dai telefonini. Li abbiamo trasformati in una sorta di dipendenti dalla connessione. I ragazzi ne sono coscienti e tra loro parlano di ritorno alla natura - ammonisce l'attrice - di recovery plan. Di tutto quello che noi abbiamo disintegrato. Sanno che abbiamo dimenticato le loro vite. Ma ogni vita è preziosa e va rispettata, altrimenti si creano le diseguaglianze, i ghetti, i fenomeni delle baby gang. Invece i giovani vanno capiti e aiutati - dice - cominciando da una riforma della scuola. Obbligando gli insegnanti a fare dei corsi di psicologia per poterli aiutare a comprendere materie generalmente odiate, con amore, con passione. Ho conosciuto una docente di latino e greco che era davvero amata dai suoi alunni perché ci metteva il cuore nelle sue lezioni». E, sottolinea l'attrice e produttrice, «ho suggerito ad una ex ministra dell’istruzione di mettere tra le materie d’insegnamento, due ore di teatro o cinema. Farebbe davvero bene ai ragazzi. Il teatro è cultura e può aiutare anche a superare certi problemi adolescenziali». Poi un tuffo nel passato: «Il mio esame di maturità è stato un disastro - rivela - dato che l’ho fatto da esterna perché lavoravo nel programma di Arbore «Indietro tutta». Avevo già perso un anno alle medie. Quindi mi sono persa tutta la strizza di gruppo, l’ansia da condividere con i compagni, che invece ho vissuto quando ha fatto la maturità mia figlia Giulia, che rincorrevo per tutta casa con le merende perché soffriva di nausea da stress. A proposito di cibo, ho preso il premio Moige per il mio programma su La7 «L'ingrediente perfetto» che mi ha dato davvero grande soddisfazione perché io adoro cucinare. Il 5 luglio tornerò invece al lavoro con il cinema, con l’inizio riprese di un film su Mameli, regia di Angelo Antoniucci, dove io sarò una mamma sfortunata. Con me Stefania Sandrelli».
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