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Memedical, parte da Messina la satira in camice bianco. Un sorriso ci salverà...

La virtù terapeutica del sorriso tra i sanitari che hanno vissuto in prima linea la lotta al Covid

Quando è stato fondato, il 19 marzo 2020, era un piccolo gruppo Facebook con un paio di amici medici di Messina. Oggi “Memedical” conta oltre 56mila camici bianchi iscritti di tutta Italia e anche stranieri. L’idea di creare un gruppo di vignette satiriche “Meme” fatte da e per i medici è stata del dott. Nicola Gambadoro, messinese di Spadafora, specialista in Medicina interna che lavora all’ospedale di Milazzo. Gambadoro, in piena pandemia, quando ovunque si parlava soltanto di coronavirus e i medici erano fortemente sotto pressione, ha pensato di creare uno spazio social privato dove fosse vietato parlare di Covid e il cui unico fine fosse quello di concedersi momenti di svago tra colleghi.
«Pensavo che sarei stato criticato e soprattutto che non sarei stato capito – racconta –. In un momento buio come quello che abbiamo vissuto a marzo dello scorso anno, temevo che questo gruppo potesse essere visto come una iniziativa irriverente e inopportuna visti i problemi che la sanità stava affrontando. In quel periodo esisteva già un gruppo importante per discutere di covid condividendo le proprie esperienze e conoscenze. Mancava, invece, uno spazio di “evasione” per noi medici che passavamo le giornate in corsia convivendo con il rischio. E devo dire che, tranne poche eccezioni, tantissimi colleghi hanno colto lo spirito semplicemente ironico e autoironico del gruppo».

In poco tempo “Memedical”, frequentato soprattutto da medici appartenenti alla categoria dei millennials, è diventato un vero e proprio fenomeno social. Non solo il fondatore, ma anche i primi amministratori del gruppo, che parte appunto da Messina, sono siciliani: Claudia De Francesco, geriatra; Martina Caruso, oncologa; Vito Pipitone, cardiologo; Christian Ferro, geriatra; e Mimmo Terrizzi, chimico. A loro, si è unita in corsa la napoletana Marta Petitto, cardiologa. «Il meme – sottolinea Gambadoro – , vignetta resa ironica soprattutto dalla decontestualizzazione di scene note al pubblico, grazie alla sua immediatezza comunicativa tende a diventare rapidamente virale. E questo ha portato il gruppo a moltiplicare di giorno in giorno gli inviti e quindi i suoi iscritti. Alla base di molti meme, oltre alle difficoltà della professione, c’è spesso un ironico conflitto tra medici di diverse età e specialità, che però non deve mai essere interpretato come una mancanza di rispetto, ma solo come un modo per fare ironia e soprattutto autoironia. Oggi, visto che per fortuna la situazione epidemiologica è migliorata, si può parlare anche di covid».

Per iscriversi al gruppo, dove tutti i medici possono condividere le loro ironiche proposte, ma dove ogni meme viene preventivamente controllato da un gruppo di 15 moderatori, infatti, ci sono regole rigide, in particolare è vietato fare riferimento a fatti realmente accaduti, fare “black humor” e soprattutto far riferimento ai pazienti e ai loro problemi. Alcuni termini ritenuti irrispettosi vengono bloccati in automatico. Il gruppo non ha alcun fine di lucro ed ha, come spiega il dott. Gambadoro, oltre a favorire il divertimento, un solo obiettivo: «Superare i vecchi modelli secondo i quali il medico viene messo, o si mette, su un piedistallo, quasi su un livello diverso rispetto agli altri esseri umani. Ironizzando sui problemi e le difficoltà della nostra professione vogliamo sfatare i miti della società che a volte non fanno comprendere le nostre fragilità». La speranza, quando le condizioni lo permetteranno, è anche quella di organizzare un mega-raduno di “me-medici”, come si chiamano tra loro gli iscritti al gruppo. Intanto, esistono già alcuni “sottogruppi” che hanno favorito la nascita di amicizie e anche di nuove coppie in un periodo in un cui la vita sociale è stata complicata per tutti e soprattutto per i medici. Si tratta di “memedicaltinder”, del quale fanno parte soprattutto medici single ma non solo, che conta già oltre 6mila iscritti; “memedicalnerd”, per gli appassionati di fumetti e videogame come Gambadoro, che conta circa 2500 iscritti; e “memedical band”, con alcune decine di medici musicisti che compongono brani collaborando a distanza.

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