Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

C'è anche Noemi, una messinese nel team di ricerca sugli anticorpi Covid

C’è anche una messinese all’interno del team italiano che si occupa della ricerca sugli anticorpi monoclonali contro il virus Sars-CoV-2 a Siena. Il suo nome è Noemi Manganaro, ha 34 anni e lavora come ricercatrice postdoc nel “Mad” (Monoclonal antibody discovery) Lab della Fondazione “Toscana Life Sciences”. Tale laboratorio, diretto dal professore e microbiologo Rino Rappuoli, ha il merito di aver isolato dal sangue dei pazienti convalescenti, un anticorpo monoclonale molto potente, il Mad0004J08, efficace anche contro la variante inglese e i virus che contengono le mutazioni chiave delle varianti sudafricana e brasiliana. Un risultato molto importante, che permetterà di aprire nuove frontiere nella lotta contro il Covid-19, in concomitanza all’utilizzo dei vaccini. «Gli anticorpi – spiega Noemi – non sono un’alternativa ai vaccini, perché proteggono il paziente solo nell’immediato e l’effetto svanisce in breve tempo, entro 6 mesi. Possono essere impiegati come strumento di prevenzione nei confronti di soggetti a rischio o come terapia, qualora si contragga il virus. Attualmente è in corso la fase 1, che prevede la sperimentazione clinica su 30 volontari sani, all’Istituto “Lazzaro Spallanzani” di Roma e all’interno del Centro di ricerche cliniche di Verona, con l’obiettivo di verificare l’assenza di effetti collaterali». Successivamente, i test riguarderanno centinaia di pazienti affetti da Covid-19 e i risultati saranno decisivi per ottenere l’approvazione dell’utilizzo dell’anticorpo Mad0004J08 a scopo terapeutico. La sua capacità di neutralizzazione inoltre è molto alta e per questo motivo sarà possibile somministrare un dosaggio inferiore rispetto alla norma, attraverso una semplice iniezione intramuscolare, con minori disagi per pazienti e strutture ospedaliere. Un segnale di speranza, per vedere finalmente la luce, a cui la nostra concittadina ha contribuito attivamente. L’avventura della giovane al Mada Lab è cominciata l’anno scorso, durante l’acuirsi della pandemia, dopo aver concluso a marzo 2020, il dottorato in Scienze della Vita all’Università di Siena. «Sono arrivata qui 6 anni fa, con l’obiettivo di conseguire la laurea magistrale in Biologia sanitaria – ricorda la ricercatrice – dopo essermi laureata a Messina in Tecniche di laboratorio biomedico, e aver lavorato a Trapani in un laboratorio di analisi. Ho scelto Siena perché sono sempre stata innamorata della Toscana e perché qui c’è una tradizione antichissima nel campo della ricerca». Poi è stato il turno del dottorato e del ruolo di ricercatrice postdoc alla Tls: «Purtroppo, ho iniziato il percorso di dottorato – rivela la messinese – ad un’età maggiore rispetto alla media, perché quando ho cominciato la magistrale avevo già 27 anni. Questo però non mi ha impedito di raggiungere i risultati che volevo ed è la dimostrazione che se ci si impegna, non è mai troppo tardi per inseguire le proprie passioni». E oggi Noemi svolge una professione che ama e che la rende orgogliosa: «È un lavoro molto particolare, che riesce a stupirmi ogni giorno – commenta –. Sapere infatti che una scoperta può contribuire a curare una malattia e salvare delle vite, mi riempie di gioia». La sua città le manca, ma non avrebbe potuto offrirle il futuro che sognava: «Amo Messina – conclude la ricercatrice – e mi dispiace che non si investa abbastanza nella ricerca...».

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