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Massimo Borrello e la sua intuizione: il London Gin made in Messina

L'idea del 33enne: quella di creare un liquore unico, sviluppato sfruttando integralmente risorse siciliane. Così è nato “Messenion”

Insegnante di scacchi, appassionato di pittura e creatore del primo London dry Gin messinese. Con le due attività “principali” quasi ferme per via dell'emergenza Covid, il 33enne Massimo Borrello ha potuto dedicare anima e tempo alla sua “scommessa”, quella di creare un liquore unico, sviluppato sfruttando integralmente risorse siciliane: così è nato “Messenion”, il nome già dice molto, ma non tutto, della storia che c'è dietro questo nuovo prodotto. Le esperienze all'estero e i titoli conseguiti hanno aiutato Borrello in questa missione, ma tanto hanno inciso anche fantasia ed estro, oltre alla sua propensione verso passioni spesso considerate fuori dal comune, soprattutto tra i più giovani.

Il finger lime

«Con la mia compagna, che ha un'azienda agricola a Spartà, abbiamo deciso di puntare sul finger lime, agrume australiano che lei coltiva qui. Dall'oggi al domani non avevamo le conoscenze per poter avanti l'idea di produrre il “Messenion” da soli, così ci siamo appoggiati ad altre eccellenze locali. L'azienda Giovi come mastri distillatori, con la quale abbiamo fatto le prove che ci hanno portato alla fumata bianca. L'etichetta è stata creata dal fumettista Lelio Bonaccorso, le foto di Giampaolo Lucchesi».

Il web ed il passaparola

Il lancio, sul web, è avvenuto nelle scorse settimane, il resto solo sfruttando il passaparola: «Abbiamo fatto una sorta di offerta natalizia, come regalo ad amici o per gli appassionati, anche all'estero. Cercheremo di portarlo poi nelle enoteche, nei bar, Covid permettendo, perché ovviamente in questo momento è tutto chiuso, non si può proporre agli operatori - ha proseguito Borrello -. Abbiamo già prodotto mille bottiglie, pensiamo di aumentare quando avremo una risposta attendibile».

L'unione di sette botaniche siciliane

Siciliani al 100%, è il messaggio: «Dal grano antico al nome, è stato un modo anche per rispondere all'apatia, un lavoro ce lo si può pure inventare esaltando ciò che si ha a portata di mano, sfruttando le potenzialità esistenti». Ed è stato scelto, appunto, il caviale di limone del finger lime, ma non solo. Perché il Messenion è l'unione di sette botaniche siciliane, tra le quali anche ginepro, nepita, rosmarino, basilico e finocchietto selvatico. «Come in un profumo abbiamo racchiuso tutti i sentori e i sapori del territorio siciliano dentro una bottiglia di London dry gin - ha aggiunto Borrello -, che a differenza degli altri distillati non prevede l'aggiunta di aromi artificiali. La distillazione avviene in caldaia “pot still”, uno strumento unico nel suo genere, costruito appositamente nella piccola distilleria artigianale di Valdina affacciata sull'arcipelago eoliano. La scelta del nome “Messenion” rievoca alla memoria l'antico nome della città di Messina, da sempre crocevia del Mediterraneo, così la prima moneta d'oro coniata in Sicilia. È come “bere” il presente ma anche la storia. E la storia ci dice che nonostante le difficoltà, non bisogna farsi abbattere».

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