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Il viaggio di Federica e Filippo, da Milano a Santo Stefano Medio per produrre agrumi

Federica Mari e Filippo Saleri

La residenza l'ha presa ufficialmente questa estate, ma da quando è nata, Federica Mari, fresca di laurea in Giurisprudenza, ha cominciato a costruire il grande puzzle della vita con un unico obiettivo conservato orgogliosamente nel cuore: riuscire a rotolare verso Sud.

Dove sono custodite non solo le sue radici, ma anche i suoi ricordi felici di infanzia. E proprio qui, lei, milanese solo di nascita, nella città dello Stretto vuole lavorare con la sua "creatura" nata quasi per gioco per promuovere ovunque i prodotti tipici siciliani di massima qualità. «Mio nonno Nino - ha raccontato Federica - è originario di Santa Margherita. Si è trasferito a Milano quando aveva 25 anni e ha fatto famiglia in Lombardia. Da quando ero bambina, anzi in fasce, mia mamma mi ha sempre portata giù, mi sono innamorata follemente sin da subito e così è nata tutta la mia battaglia per venire a viverci. Ci ho provato nel corso degli anni più volte, soprattutto quando finivo un ciclo scolastico, ma i miei non hanno mai appoggiato questo mio desiderio, anche se poi hanno messo le fondamenta affinché tutto prendesse forma».

E così i suoi genitori, anno dopo anno, hanno cercato con sacrifici di sistemare l'antico casale del ' 700 di Santo Stefano medio, che lei adora e rappresenta non solo il nido, per ricordare un termine caro a Pascoli, ma anche il centro propulsore di idee e entusiasmo, quel posto e quel luogo a cui si sente di appartenere e che le regala un benessere autentico: «Un giorno mi sono detta che volevo portare la Sicilia con me e creare un legame con quella bellezza senza tempo, gli amici, e i sapori.

Un' immagine poi è servita da molla. Mi sono imbattuta a Milano in un camion pieno di arance e ovviamente ho pensato a tutte quelle che popolavano la mia campagna». Così la ragazza, insieme al suo fidanzato Filippo ha dato via all' “impresa”, cominciando a portare nelle case degli appassionati gli agrumi siculi: «Abbiamo creato il team scegliendolo con cura. Alcuni produttori li conoscevamo, altri li abbiamo cercati, perché ci tenevamo a trovare quelli che rispecchiassero determinati canoni. Il nome invece che ha suggellato il progetto è nato da un'espressione tipica del dialetto che ho sempre sentito: "l'appa pigghiari o l'appa fari"». Fede e il suo compagno di viaggio, Filippo Saleri, laureato in Chimica farmaceutica e che sta prendendo la seconda in Nutrizione umana, hanno praticamente iniziato con il lockdown spedendo in Italia e all'estero, mentre tra pochissimi giorni lanceranno anche un e- commerce.

L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Messina

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