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Quarantena – 5 Aprile 2020: Parzialmente soleggiato

Il "diario della quarantena" di Cristina Geraci, ogni giorno sulla Gazzetta del Sud i giorni di isolamento visti da una studentessa universitaria di Messina

Sveglia ore: 11
Dei primi giorni di isolamento ricordo alcuni miei coetanei "felici". Felici di poter trascorrere del tempo in casa, felici di poter poltrire senza sentirsi in colpa, felici che le lezioni a scuola o all'università fossero rimandate. Così le menti tecnologiche di noi millenials si sono evolute e abbiamo fatto di necessità virtù.

Tra gli eventi telematici che hanno organizzato i miei amici, senza dubbio quelli che ho più apprezzato sono state sicuramente le lauree. Finita la discussione della tesi e dopo la proclamazione, ho visto loro indossare corone realizzate dai propri cari e brindare attraverso un telefono, ignorando il fatto che fuori ci fosse una pandemia e che fossimo tutti distanti.

Trascorsi i primi giorni in casa, quando le notizie al telegiornale si facevano sempre più drammatiche, tutta la propositività delle persone ha subito un forte calo. Le dirette instagram non ci interessano più, accendere la tv è straziante, le lauree sono finite, abbiamo anche perso di vista il tempo. Che ore sono? Ma oggi è domenica o lunedi?

Tutto quello che facevamo prima per trascorrere le nostre giornate non ci diverte più. Quella che sembrava essere una lunga vacanza si è trasformata in una lunga scocciatura, quello che sembrava essere tempo libero si è trasformato in tempo vuoto. S'intrufola nelle nostre vite, in punta di piedi, senza che nessuno se ne accorgesse, lei: la noia.

Tutti gli chef e tutti gli infettivologi del web non ci deliziano più con i loro racconti, chi stava in prima linea su Facebook per polemicizzare non pubblica post da due giorni e anche le catene "condividi altrimenti 7 anni di sfiga" ormai tardano ad arrivare.

Il 3 aprile, presunta fine dell'isolamento, era un forte pretesto per andare avanti e non mollare. Oggi invece, con la proroga inevitabile del decreto, brancoliamo nel buio e non sappiamo cosa fare.

Non mi resta altro che sperare nei prossimi giorni. Anche le lezioni online sono diventate un appuntamento elettrizzante, e sono curiosa di vedere se anche domani i professori inquadreranno solo la loro fronte o se durante la lezione qualche studente lascerà il microfono acceso. Non mi resta altro che citare uno dei brani che meglio racconta questa domenica 5 aprile: "Odio a morte 'sta domenica da coma".

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