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Quarantena – 6 Aprile 2020: Nuvoloso

Il "diario della quarantena" di Cristina Geraci, ogni giorno sulla Gazzetta del Sud i giorni di isolamento visti da una studentessa universitaria di Messina

Sveglia ore: 10:30
Ieri riflettevo su come questo virus fosse riuscito ad intaccare la vivacità di alcuni leoni da tastiera, i famosissimi leader della comunicazione, sempre in prima linea per commentare o lanciare sentenze come lanciafiamme sul web.

Ignoravo il fatto che fosse domenica, e la domenica non conosce ne virus ne pandemia, la domenica trascina un carico di noia che insieme all'isolamento diventa un sedativo capace di stordire anche un leone. Oggi, lunedì, tra una lezione e un'altra, m'imbatto su un fenomeno assai strano: un invito di partecipazione ad un gruppo Facebook.

Vado a vedere di cosa si tratta e ho un'illuminazione: ecco dove si erano nascosti gli esperti virologi del web. Mancano solo gli chef, che in questo caso sono stati sostituiti da registi cinematografici di un certo spessore. Mi ritrovo dentro il set cinematografico di un film la cui trama probabilmente non ha entusiasmato Netflix. Strano.

Inizio a leggere i primi post e ho davanti la scena di un film thriller che ha tutta l'aria di potercela fare sugli schermi. Titoli con un numero di punti esclamativi che la grammatica non contempla, quali: "il coronavirus è un’arma batteriologica creata dagli Stati Uniti; altro che pipistrelli e zoonosi!!!" oppure “non siamo di fronte a nessuna epidemia. Il vaccino? Sarà una truffa multimiliardaria attraverso cui potranno iniettare a chiunque qualunque cosa!” e ancora "500 leoni liberi in Russia costringono le persone a rimanere a casa".

Capisco che è arrivato il momento di rifiutare l'invito quando vedo un'immagine che mostra la foto di un uomo intubato in un letto. Nel testo che accompagna l'immagine si legge che si tratterebbe di un ex militare americano paziente zero che avrebbe dichiarato, in fin di vita, di essere stato pagato per diffondere il virus in Europa.

Non tocca a me, vent'enne senza ancora una laurea in mano, poter contestare notizie o addirittura riderci su. Però, l'immagine dell'uomo intubato, è stata presa da una delle mie serie tv preferite: "The walking dead", per essere più precisi è una scena della prima stagione e il personaggio sul letto è l'attore Andrew Lincoln. Rifiuto l'invito e continuo il mio pomeriggio, ma dopo poco tempo il mio pensiero va alle persone all'interno di quel gruppo, che stanno volontariamente generando un’incontrollabile ondata di panico, come se la realtà dei fatti non bastasse.

Oggi decido di pormi un nuovo obiettivo: "Non ignorerò più le catene su whatsapp, ne dimostrerò indifferenza nei confronti delle persone a me care che condividono articoli clickbaiting, ma avvierò una conversazione provando a trasmettere la mia diffidenza nei confronti di queste notizie poco credibili."
Magari poi mi dedico anche un po' alla meditazione.

"Ooohhhoooommmmm"

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