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Dalla Apple alla Polonia, la storia di Andrea che non ha smesso di credere in se stesso

Andrea Gmabadoro alla Apple con il manager Dave Russel jr

«Sono stato sempre attirato dalla tecnologia - racconta il 27enne Andrea Gambadoro - ma a scuola non avevamo mai toccato un computer». Non proprio felici le sue esperienze universitarie, anche se il secondo anno di Economia gli regala l'amore, una ragazza americana, Micah, con cui, poco dopo ha deciso di convolare a nozze.

«A Messina ho cercato lavoro ovunque senza buon esito, alla fine di comune accordo con la mia consorte abbiamo deciso di andare in America». Ha lavorato come fabbro e come cuoco, poi ha scoperto il mondo della cybersecurity: «Un campo importantissimo soprattutto dopo i casi eclatanti come Wikileaks».

Trasferitosi di nuovo ad Austin ha saputo che c' era la possibilità di lavorare come customer service: «Ho trovato lavoro in una compagnia di videogiochi, Zenymax Inc, e ho iniziato senza grandi pretese a fare l'agente di primo livello. In poco tempo, considerato che ero molto bravo a risolvere i problemi tecnici, sono stato promosso, fino a diventare team leader».

Andrea aveva già rifiutato la possibilità di entrare nel mondo innovativo di Apple: «Dopo la promozione mi ero stancato e così ho ripreso i contatti con la recruiter e sono stato assunto. Era il gennaio del 2018». Sembrava un sogno, il campus era bellissimo con tutte le cucine diverse e in un primo momento Gambadoro ha iniziato a fare mappe per tutta Italia: «Poi mi hanno messo a farle per la California, dove la Apple ha il quartier generale. E sono diventato support editor. Insomma, il sentirmi dire sempre “non ti sei laureato”, mi ha spinto ad eccellere».

Poi, ha preso il sopravvento la nostalgia e così la coppia ha deciso dopo quasi un lustro di tornare in Italia alla fine dello scorso anno: «Non ho trovato nessuna opportunità nonostante il curriculum. Sono approdato in Polonia e ora mi occupo della sicurezza informatica per una multinazionale, la State Street bank». Il giovane messinese vorrebbe tornare a casa sua. «In America hanno premiato il mio impegno - conclude - e se si vuole cambiare il Paese bisogna cominciare a ragionare così».

Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Messina in edicola oggi.

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