«La vita può cambiare in un battito di ciglia. Ero un bambino che alternava momenti di felicità ad attimi di tristezza. Quando andavo a scuola vedevo i miei coetanei che indossavano vestiti sporchi e camminavano senza scarpe. Chiedevo a mio padre il perché e lui mi spiegava che non tutti nascono ricchi». Ai fogli bianchi, numerati a penna, con la speranza che prendano la forma di un libro dal titolo "Lacrime di Tristezza", ha deciso di affidare il suo vissuto affinché altri sappiano quello che i suoi occhi hanno visto e non finisca tutto nell'oblio.
Boyka, il nome è di fantasia, ha 17 anni e parla tre lingue e vari dialetti africani. Diversamente dai suoi coetanei non perde tempo sui social, ma legge e studia avidamente per imparare bene la nostra lingua. «Sono partito dal Senegal - ha raccontato il giovane - per un sacco di motivi. Mio papà era il sindaco del nostro comune, Tanaff, mi raccomandava sempre di studiare e diceva che non dovevo dimenticarmi di tutti coloro che non avevano da mangiare. Un giorno però è morto e il mondo mi è crollato addosso. E purtroppo, un anno dopo mia madre si è ammalata di cancro e mia nonna ha venduto tutto quello che aveva lasciato mio papà per tentare di curarla. Ma è stato tutto inutile perché mi ha lasciato anche lei».
Il ragazzo era il più bravo della scuola ma quando è rimasto orfano ha salutato sua nonna, quasi ottuagenaria, e le ha detto che doveva andare via per trovare tranquillità : «Ho fatto il pescatore per mettere da parte i soldi del viaggio. Ho attraversato Mali, Burkina Faso e Niger e poi infine sono arrivato in Libia ». Un viaggio tortuoso in cui ha dovuto lavorare per andare avanti che è inizialmente finito in un carcere libico: «Il primo giorno che sono entrato in prigione ho visto assiepate più di mille persone magrissime a cause delle torture a cui erano sottoposte. Ho visto anche i cadaveri che i carcerieri mettevamo in un sacco e buttavano nel deserto».
Un giorno però il ragazzino ha trovato la forza di scappare da quell'inferno e dopo poco ha trovato la salvezza: «Ho fatto il muratore per guadagnare i soldi della partenza. Un martedì siamo partiti per l'Italia su un barcone nuovo. E quando eravamo in navigazione una nave ci ha salvati gettandoci dei salvagenti rossi. La navigazione è durata altri 3 giorni e poi finalmente siamo arrivati a Messina». Boyka ringrazia il nostro Paese per avergli salvato la vita e sogna di diventare un grande scrittore : «Messina è il posto che ho conosciuto meglio e ringrazio le persone con le quali ho vissuto un periodo importante per la mia crescita».
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