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Messina, cefalee: neurologi del Policlinico nelle scuole per prevenire ed informare

Il primo appuntamento si è tenuto al liceo "Emilio Ainis" di Messina

Una campagna informativa rivolta ai più giovani per parlare di emicrania e comprenderne cause e rimedi. Parte con questo proposito l’iniziativa promossa dal Centro Cefalee dell’AOU G. Martino di Messina che il 7 febbraio scorso ha visto protagonisti gli specialisti Massimo Autunno e Ludovica Ferraù dell’UOC di Neurologia diretta dal prof.Carmelo Rodolico, di un primo incontro al Liceo Emilio AINIS di Messina.

La cefalea è un sintomo molto comune e costituisce una delle principali cause di disabilità in età infantile e adolescenziale. Circa il 60% dei bambini e degli adolescenti, almeno una volta, ha lamentato cefalea. Nel 20% dei casi la causa è ascrivibile all’emicrania, che è la prima causa di disabilità per le donne tra i 15 ed i 49 anni. L’emicrania è molto più di un semplice mal di testa, è una patologia seria e invalidante  che, come tale, deve essere riconosciuta e affrontata.

‘‘Incontrare i ragazzi e le ragazze nelle scuole superiori per parlare di emicrania ha un valore importante in termini di prevenzione – spiega Ferraù. È un’occasione di condivisione che, partendo dal dialogo, consente di focalizzare l’attenzione su un fenomeno, quello dell’emicrania, in cui entrano in gioco aspetti di tipo biologico, strettamente connessi ad aspetti di tipo psicoemotivo e sociale, che non non vanno sottovalutati. Individuare i soggetti affetti già in età adolescenziale è un vantaggio in termini di prevenzione e di trattamento”.

Autunno e Ferraù, che da tempo si occupano della diagnosi e del trattamento dei pazienti affetti da cefalea ed emicrania, in tale occasione hanno anche illustrato il funzionamento del nuovo PDTA, il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale dedicato a chi è affetto da questa patologia, fornendo informazioni e consigli sulla gestione dell’emicrania.

‘’L’obiettivo – sottolinea Massimo Autunno responsabile del Centro, è quello di fornire un inquadramento diagnostico adeguato, che tenga conto anche delle particolarità di questi giovani pazienti, evitando le più comuni complicanze come la cronicizzazione e l’uso eccessivo di farmaci sintomatici”.

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