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La stagione delle allergie, ne soffre il 25% dei messinesi

Ne parla uno dei massimi esperti del settore in Sicilia, il dott. Antonino Arena, per 30 anni responsabile allergologo dell’Asp

Il 25% dei messinesi soffre di allergia. La primavera è entrata nel vivo e un messinese su quattro ha iniziato a manifestare riniti e altri fastidiosi sintomi. La predisposizione è ereditaria e i figli dei soggetti allergici manifestano i primi sintomi già a partire dall’età di sei-otto anni, con maggiore rischio di complicanze rispetto a chi inizia a soffrirne nella fascia di età 20-40 anni.
A esporre i dati e utili consigli per la cittadinanza è il dott. Antonino Arena, che per circa trent’anni è stato responsabile dell’ambulatorio di Allergologia dell’Asp per Messina e provincia. Come ha sottolineato il dott. Arena, sono tre i fattori che influenzano la diffusione delle allergie nel nostro territorio: il fattore ambientale, collegato alle erbe particolari presenti nella nostra regione; i fattori atmosferici tipici di Messina e/o della Sicilia, come i venti e le piogge che favoriscono rispettivamente la diffusione dei pollini e la fioritura delle piante; infine, il fattore relativo alla risposta soggettiva del paziente. «La maggior parte dei soggetti allergici – spiega Arena – soffre particolarmente per circa un paio di mesi ogni anno, ma c’è una piccola percentuale che soffre per buona parte dell’anno». Il principale responsabile delle allergie stagionali è la parietaria, erba che in Sicilia ha una diffusione tra le maggiori al mondo, paragonabile solo a quella presente in Liguria, e che causa problemi ai soggetti allergici per tutto il periodo primaverile. Seguono le graminacee, erbe che causano problemi allergici in primavera e in autunno; il cipresso che causa sintomi allergici nel periodo gennaio-marzo; e l’ulivo, che causa problemi per un breve periodo nei mesi di maggio e giugno.

«È importante - avverte lo specialista - imparare a conoscere la propria personale condizione, con l'aiuto del medico, per riuscire a conviverci nel modo migliore. La strategia più efficace è quella di iniziare terapie preventive a base di spray nasali, ci sono ottimi mix di antistaminici e cortisonici. Se lo spray non dovesse bastare, bisognerà ricorrere alla terapia antistaminica tradizionale e continuare a utilizzarla per tutto il periodo in cui si presentano i sintomi. Una soluzione sarebbe la terapia immunologica specifica, o terapia de-sensibilizzante, una sorta di “vaccino” che viene somministrato per via sub-linguale o tramite iniezione. Questa strada, però, non viene più quasi mai percorsa perché dal 2014 non è rimborsabile».

Importante, seppur non strettamente collegata, è l'alimentazione: «Nei casi delle graminacee, poiché alcuni componenti sono presenti anche in alcuni tipi di frutta o verdura, può presentarsi una sorta di reazione crociata che causa sintomi allergici come prurito nel cavo orale. In quel caso, ovviamente, la gravità non è come quella relativa all'allergia alimentare vera e propria e si tratta più che altro di fastidi». In tutti i casi è fondamentale, ovviamente, evitare le terapie fai da te: «Non di rado - evidenzia il dott. Arena - ci capita di scoprire che i pazienti fanno uso eccessivo di terapie sintomatiche come gli spray vaso-costrittori, che danno un sollievo immediato, ma non devono essere utilizzati per più di qualche giorno perché sul lungo periodo alterano la mucosa nasale. C'è addirittura chi opta per farsi iniettare, su iniziativa personale, importanti dosi di cortisonici alcune volte l'anno con il rischio di avere effetti collaterali anche gravi. Le allergie possono portare a complicanze importanti come l'asma bronchiale. E spesso i soggetti sono poli-allergici, cosa che può rendere più difficile l'individuazione della terapia. Per scegliere la terapia più appropriata per ogni singolo caso bisogna sempre rivolgersi sempre al proprio medico di base o ad uno specialista allergologo».

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