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Corrono le polemiche, sul ponte fantasma, tra Messina e Villa. E al centro, si ritrova, inconsapevole o meno, il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni, il cui mandato scadrà fra meno di dieci giorni. Ed è proprio quello che viene definito il “caso Doglioni” a tenere banco ieri, nella stessa giornata in cui si è registrata la forte scossa di terremoto al largo delle Eolie, con il commento proprio del presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Facciamo un passo indietro. Ieri si sarebbe dovuta tenere l’audizione, davanti alla Commissione Ponte, del presidente dell’Ingv. Poi, però, Doglioni ha ricusato l’invito, nel momento in cui è stata annunciata la presenza del ricercatore dello stesso Istituto, Giancarlo Valenzise, uno dei massimi esperti di questioni geosismiche, il quale ha redatto, per conto della “Stretto di Messina” e del Consorzio Eurolink, lo studio richiesto dal Dipartimento Scienze della Terra dell’Università “La Sapienza” di Roma, in collaborazione con i due consulenti designati dall’Ingv. Doglioni pensava di essere da solo, appena ha saputo della presenza di Valenzise, ha detto di avere altri impegni.
E ieri mattina, anziché a Messina, è stato a Villa San Giovanni dove, assieme alla sindaca Giusy Caminiti, ha fatto un sopralluogo nelle aree dove è previsto uno dei piloni del Ponte e ha incontrato la maggioranza consiliare del Comune calabrese, tutta schierata contro la grande opera.
Sulla sponda messinese, però, inevitabilmente è scoppiata la polemica, innescata dal senatore e commissario regionale della Lega, Nino Germanà.
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