Botta e risposta, in Parlamento, sulle questioni legate al progetto del collegamento stabile tra l’Isola e il Continente. E i temi geosismici continuano a tenere banco, dopo la polemica tra il Consorzio Eurolink e l’Ingv e in attesa della convocazione della prima seduta preparatoria del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, coordinato dal viceministro Alessandro Morelli (che il 31 gennaio sarà a Messina).
Il question time: i 2 ministri Sono intervenuti, a Montecitorio, due ministri, Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente) e Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento). «Per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, in relazione alle procedure di valutazione ambientale – ha dichiarato Pichetto Fratin –, si anticipa che con riferimento alle 62 condizioni poste dal parere positivo della Commissione tecnica Via-Vas, la società “Stretto di Messina Spa”, lo scorso 24 dicembre, ha trasmesso la documentazione relativa alla condizione ambientale numero 1, che è attualmente in valutazione da parte della Commissione tecnica». Il ministro ha aggiunto che «come previsto dalla normativa, si procederà successivamente con la comunicazione alla Commissione europea, ai sensi della Direttiva “Habitat”. Per quanto riguarda la Vinca (Valutazione di incidenza del progetto sui siti di interesse comunitario) e il parere negativo rispetto ad alcuni siti specifici, “verificata la mancanza di soluzioni alternative rispetto a quella prospettata, e attestati i motivi imperativi di rilevante interesse pubblico del progetto”, si fa presente che è stata redatta una Valutazione di incidenza di “livello III”, al fine di delineare ogni necessaria misura di compensazione atta a garantire comunque gli obiettivi di conservazione dei siti e volta ad annullare le incidenze residue che permangono in seguito all'attuazione delle misure di mitigazione definite. Tali misure dovranno essere meglio dettagliate nel progetto esecutivo, come previsto dalla normativa vigente».
E Ciriani, da parte sua, ha ribadito, a nome del Governo, che «la geologia dello Stretto di Messina è stata accuratamente studiata: tutte le faglie presenti nell'area, incluse quelle sul versante calabro, sono state identificate, censite e monitorate. Sulla base degli studi geologici, sismici e tettonici condotti, sono stati identificati i punti di interazione tra il Ponte sullo Stretto di Messina e il terreno, in modo da evitare il posizionamento su faglie attive, e garantire la massima sicurezza anche in caso di terremoto».
L’affondo di Bonelli
Il parlamentare e portavoce di Europa Verde aveva presentato l’interrogazione e si è detto «per nulla soddisfatto» delle risposte dei rappresentanti dell’esecutivo Meloni: «Dimostro, con documenti alla mano, che ciò che ha affermato il ministro Ciriani non corrisponde al vero. Quello che sto mostrando all’Aula è la planimetria inclusa nel progetto presentato dalla società “Stretto di Messina”, che indica chiaramente che il pilone di Cannitello si trova sopra una faglia attiva: lo afferma la stessa società. Eppure il ministro è venuto in Aula a sostenere esattamente il contrario. Voi, con i pareri degli organismi tecnico-scientifici, sapete cosa fate? Li strappate, come sto facendo io ora... E ho qui anche il progetto Itaca dell’Ispra, un organismo autonomo che conferma che lo stesso pilone si trova sopra una faglia attiva. Le comunico che l’Ispra ha inviato al soggetto proponente, ovvero la società “Stretto di Messina” e il Consorzio “Eurolink”, una serie di osservazioni. Tra queste, emergono gravi preoccupazioni relative agli aspetti sismici, soprattutto per non aver considerato adeguatamente il grado di accelerazione. Vi chiedo con fermezza di sottoporre il progetto al Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, come previsto dalla normativa, poiché stiamo parlando di un’opera con costi superiori ai 100 milioni di euro. Concludo dicendo, signor ministro, che il parere dell’Ispra, inviato alla Commissione tecnica per la Valutazione di impatto ambientale e al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, non è stato preso in considerazione. Mi dispiace che oggi l’hanno mandata allo sbaraglio, dica a Salvini di venire in Aula», ha concluso Bonelli, rivolgendosi direttamente a Luca Ciriani.
Barbara Floridia
È intervenuta anche la presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, la parlamentare messinese del M5S, Barbara Floridia: «Non posso non notare il nervosismo manifestato in questi giorni dalla “Stretto di Messina” e dalla Webuild, leader del Consorzio incaricato di costruire il Ponte, probabilmente a seguito dell’allarme lanciato dai professori De Miranda, Mazzolani e Rizzo in un’articolata e dettagliata memoria che indica le numerosissime criticità del progetto indirizzata alla premier Meloni. Nei giorni scorsi abbiamo assistito al rilascio di inverosimili dichiarazioni secondo cui la faglia su cui dovrebbero costruire il pilone in Calabria c’è ma non è attiva. Ieri la divulgazione “urbi et orbi” di un documento che, secondo la Webuild, vorrebbe dimostrare il coinvolgimento dell’Ingv negli studi per la redazione del progetto definitivo del Ponte, accompagnato persino dalla minaccia di denunce nei confronti del presidente dello stesso Istituto. Maldestri tentativi per spostare l’attenzione dalle tante criticità evidenziate persino dalla Commissione Via-Vas, mai risolte, che di fatto stanno facendo ritardare l’appuntamento al Cipess, tra le quali la violazione della Direttiva “Habitat”, l’assenza di un studio sui fabbisogni idrici con l’individuazione delle fonti di approvvigionamento in una città che è costantemente in carenza d’acqua e, non ultima, proprio la condizione n. 34, con la quale, coinvolgimento o meno dell’Ingv, si prescrive a chiare lettere che devono essere maggiormente approfondite le indagini sismologiche e la caratterizzazione delle faglie. Ma come potrà, il Cipess, approvare legittimamente un progetto da oltre 15 miliardi senza la preventiva certezza del superamento di ogni dubbio su tali aspetti?».
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