«Siamo alle battute finali, noi non molliamo». È la frase-slogan che riassume il dibattito svoltosi ieri, a Torre Faro, in occasione della nuova assemblea pubblica del Comitato “No Ponte Capo Peloro”. I lavori sono stati coordinati da Mariella Valbruzzi e sono intervenuti, tra gli altri, la storica ambientalista messinese Anna Giordano, l’ex assessore comunale della Giunta Accorinti, Daniele Ialacqua e il segretario della Cgil Pietro Patti.
Valbruzzi ha esordito ripercorrendo tutte le iniziative messe in campo in questi due anni dal Comitato e dall'intero “fronte del No” e preannunziando la partecipazione alla manifestazione del prossimo 15 novembre, a Roma, «quando illustreremo con l'intero coordinamento “no Ponte” le osservazioni presentate alla commissione Via- Vas e la proposta di emendamenti al bilancio statale per utilizzare in maniera alternativa i soldi previsti per il Ponte».
Anna Giordano si è soffermata sulle questioni legate alla procedura di Valutazione d'incidenza e d’impatto ambientale del progetto definitivo, puntando il dito su quelle che sarebbero, a suo avviso, «le tante violazioni della normativa europea in una materia che non può essere scavalcata dal recente decreto Ambiente con il quale il Governo intende dribblare gli esiti della commissione Via-Vas. Hanno presentato uno studio di incidenza che non contiene quanto richiesto dalle linee guida “Vinca”, a loro volta emanate a seguito di procedura di pre- infrazione per violazione della Direttiva Habitat. La Ue chiede la tutela dei siti “Natura 2000”, non l'alterazione irreversibile», ha ribadito l’esponente ambientalista.
Si è discusso, poi, dell’azione inibitoria collettiva di 104 cittadini, che hanno firmato il documento, dando mandato a quattro legali di agire davanti al Tribunale delle Imprese di Roma, ma poi chiedendo che venga rispettata la propria “privacy” non divulgandone i nomi in quanto – è stato detto – «i cittadini non hanno alcun interesse ad avere una scena mediatica o a suscitare clamore ma solo a rivendicare i diritti alla salute, alla sicurezza e all’ambiente». È stato ricordato che l’udienza al Tribunale romano è slittata al prossimo 8 novembre
La Cgil, da parte sua, ha ormai fatto una scelta di campo, sposando le tesi del fronte del No. E la posizione del sindacato messinese è stata ribadita dal segretario generale Pietro Patti, il quale ha evidenziato «quanto poco questo Governo s'interessi dei reali problemi del sud e della Sicilia, e che riguardano l'acqua, la sanità, il territorio, la mobilità. Servono oltre tre miliardi per mettere in sicurezza la rete autostradale siciliana e spendono invece 14 miliardi per un'opera che non si può fare».
L'ambientalista Gianni Mento ha richiamato l'attenzione sul Piano paesaggistico di Messina, «un vero e proprio macigno nella procedura d'approvazione del Ponte visto che la grande opera non è prevista nel Piano, come ha ribadito lo stesso ministero della Cultura, e tale questione non è eludibile, salvo una sua profonda modifica». Ialacqua ha, infine, ricordato «le azioni d'informazione, mobilitazione e denuncia del movimento “No Ponte” che, secondo lui, hanno fatto slittare la prevista data d'inizio lavori del 31 luglio 2024, «e la contro-reazione governativa che ha prodotto tre decreti (infrastrutture, sicurezza, ambiente) in pochi mesi per sfiancare non soltanto l'opposizione al Ponte ma le varie lotte sociali e territoriali. Nelle prossime settimane – ha concluso – ci aspettano ancora momenti di lotta contro il dl sicurezza, l'udienza al Tribunale di Roma per la class action, l'iniziativa del 15 novembre sempre a Roma».
Comitato “No Ponte Capo Peloro”: "Siamo alle battute finali, noi resistiamo e non molliamo"
Annunciate le nuove iniziative, alcune delle quali si terranno a Roma
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