Quando il Governo Monti, con un semplice colpo di penna, troncò l’iter decennale del progetto di collegamento stabile nello Stretto, espose inevitabilmente lo Stato italiano a contenziosi con le imprese che si erano aggiudicati i due appalti internazionali indetti dall’allora Governo Berlusconi. E quei contenziosi sono ancora “vivi”, in linea teorica, ma pronti a chiudersi definitivamente, in concreto, nel momento in cui il General contractor firmerà il nuovo contratto e partirà la fase realizzativa dei cantieri legati al Ponte e alle opere connesse.
Ieri sono arrivate da Roma le notizie di un doppio rinvio delle cause pendenti tra lo Stato, la società “Stretto” (che è un’emanazione statale) i due soggetti che vinsero le gare, il Consorzio Eurolink (oggi guidato da Webuild) e la multinazionale americana Parsons Transportation. La Corte d’Appello ha rinviato la causa che vede coinvolto il Consorzio Eurolink (con la richiesta di 700 milioni di euro di risarcimenti) al 9 giugno 2025. Il Tribunale di Roma ha fatto lo stesso per quel che concerne la Parsons Transportation, facendo slittare tutto al prossimo 20 gennaio.
A questo punto, per fare chiarezza, è importante ricordare cosa ha previsto la legge del 2023, approvata dal Parlamento e firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nell’articolo 4, recante le disposizioni finali, il comma 3 recita: «La società concessionaria e il contraente generale, nonché gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera, possono, mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge del 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge del 17 dicembre 2012, n. 221, manifestare la volontà che ciascun contratto riprenda a produrre i propri effetti subordinatamente alla delibera di approvazione del progetto definitivo».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia