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Salini: «Il Ponte occasione storica per Sicilia e Calabria. Mai tante risorse per le infrastrutture»

Pietro Salini

Un portafoglio da oltre 63 miliardi e mezzo di euro, nuovi ordini per 22,4 miliardi, sparsi per tutto il mondo. È il colosso Webuild. Il Gruppo, ex Salini-Impregilo, ha comunicato i risultati economici e finanziari del 2023, un esercizio chiuso con ricavi “adjusted” per 9,99 miliardi di euro, in crescita del 22% rispetto agli 8,16 miliardi ottenuti l’anno precedente. Il trend è stato sostenuto dallo sviluppo delle attività operative in Italia, grazie anche agli investimenti in mobilità sostenibile nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ne parliamo con l’amministratore delegato, Pietro Salini.

Partiamo subito dal vostro impegno al Sud, in Calabria e in Sicilia. Quali sono i progetti, i programmi, le prospettive?

«Il Sud Italia ha finalmente un’occasione storica per modernizzare le proprie infrastrutture, e con esse creare lavoro e crescita. Questa parte del Paese beneficia oggi di investimenti infrastrutturali mai decisi prima. Possiamo progettare il futuro per i nostri ragazzi, realizzando opere che fanno la differenza nella vita di ogni giorno. Penso alla linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina. Webuild è oggi la prima azienda privata del settore del Paese, con quasi 17.000 persone e con una filiera di 10.500 imprese solo in Italia. Siamo orgogliosi di riportare nel Paese, soprattutto nel Sud Italia, le competenze che creiamo all’estero, dove gli investimenti in grandi progetti non si sono mai fermati, anche offrendo opportunità ai nostri giovani. Oggi siamo impegnati in 19 cantieri nel Sud Italia, in progetti legati soprattutto alla mobilità ferroviaria, ma anche strade ed ospedali. Se guardiamo solo alla Sicilia abbiamo in corso nell’isola 8 progetti, per un valore complessivo di quasi 7 miliardi in commesse in cui abbiamo finora coinvolto più di 1.100 fornitori locali. Che significa un grande ritorno economico in termini di lavoro per il territorio. Ci sono donne e uomini che hanno oggi l’opportunità di lavorare nella loro terra, mettendo a frutto il sapere appreso anche nei cantieri lontani dei progetti più complessi al mondo. Ma oltre alle infrastrutture, fondamentali, dobbiamo portare al Sud lavoro di qualità, formazione, legalità, competenze, sicurezza sul lavoro, attività di ricerca, dobbiamo attrarre i giovani al Sud per non svuotare della sua energia vitale questa area fondamentale per il Paese».

In termini di assunzioni di personale e di formazione in Calabria e in Sicilia, cosa avete previsto?

«Abbiamo firmato a novembre due protocolli con la Regione Calabria e con quella siciliana, che prevedono proprio la collaborazione tra le Regioni e il nostro Gruppo per promuovere la formazione e la creazione di nuova occupazione nel settore in queste due regioni. Per far fronte alla crescente richiesta di risorse nei nostri cantieri, abbiamo deciso anche di formare direttamente le nostre persone. E abbiamo lanciato a fine 2023 il programma di assunzione e formazione di “Cantiere Lavoro Italia” che prevede di assumere 10.000 persone entro il 2026, di cui l’88% al Sud. Abbiamo già attivato due Centri di addestramento, uno a Novi Ligure e uno a Catania. Stiamo accelerando anche l’apertura di Centri di formazione ed addestramento in Campania e in Calabria, e le competenze che creiamo serviranno a queste risorse per crearsi un futuro lavorando con noi nei cantieri in Italia e nel mondo. Abbiamo lanciato un programma di orientamento professionale che ha coinvolto quasi 1000 studenti degli Istituti tecnici superiori (denominato “Build-up”), di cui oltre 800 nel Sud Italia».

Legalità e sicurezza: sono temi cruciali per il settore delle costruzioni. Cosa state facendo?

«Negli ultimi anni abbiamo accelerato le attività nei nostri cantieri per creare una cultura della sicurezza che non accetta compromessi. E su questo stiamo trainando tutto il settore perché della formazione che eroghiamo nei cantieri beneficiano anche tutte le persone della filiera che con noi lavorano. In sintesi cambiamo completamente l’approccio alla sicurezza in cantiere attraverso formazione continua, riunioni operative giornaliere e controlli a tappeto per garantire che tutti siano allineati a queste procedure. Solo aziende grandi come noi possono fare 2 milioni di ore di formazione per sicurezza dal 2020 ad oggi. Nel 2023 insieme ai clienti abbiamo allocato 500 milioni di euro per la sicurezza, risorse che utilizziamo per squadre di sicurezza dedicate in cantiere, programmi di formazione per il potenziamento delle competenze e della cultura della sicurezza, presidi medici di primo soccorso in cantiere, sistemi antincendio e di segnalazione, sistemi per la protezione dal rischio collisione. Allo stesso modo, sosteniamo con forza la cultura della trasparenza e della legalità per tutta la filiera delle infrastrutture che lavora con noi, fianco a fianco alle istituzioni come abbiamo fatto anche con il Protocollo d’intesa siglato con l’Arma dei Carabinieri».

C'è un preciso cronoprogramma riguardante tutte le infrastrutture strategiche alle quali contribuite nelle regioni del Mezzogiorno?

«Il Pnrr ha dato un’enorme spinta allo sviluppo infrastrutturale e oggi stiamo correndo per portare avanti tutti i progetti dell’alta capacità ferroviaria siciliani, in linea con le tempistiche di realizzazione previste. La direttrice Palermo-Catania-Messina sarà per esempio un asse strategico per gli spostamenti nella regione, e tutti i lavori connessi alla funzionalità del Ponte sullo Stretto di Messina, come la linea ferroviaria che servirà Messina, saranno operativi quando entrerà in funzione l’opera».

Pensate di localizzare Centri di produzione nell’Area dello stretto?

«Non vogliamo creare solo occupazione al Sud, ma vogliamo creare occupazione di qualità. Lo scorso novembre a Belpasso, vicino Catania, abbiamo inaugurato una fabbrica dei conci automatizzata e “green” per produrre conci utilizzati nella costruzione di tunnel. Una fabbrica estremamente innovativa che rappresenta una “best practice” nel settore, e che creerà nuove competenze nella regione. A questa, si aggiungerà presto una seconda fabbrica anche ad Enna, per 200 persone totali occupate. Già oggi lavoriamo al Sud con quasi 5.500 persone tra dipendenti e di terzi, e una filiera di 4.500 fornitori coinvolti da inizio lavori dei diversi progetti. Le infrastrutture rappresentano un volano di crescita molto importante per il Prodotto interno lordo dei Paesi, con un ritorno per l’economia più che proporzionale. Attivare un numero così alto di aziende anche locali si concretizza ogni giorno in lavoro, nel rimanere nella propria terra senza dover scappare via».

Il Ponte sullo Stretto è all’orizzonte. Sarebbe il vostro “fiore all’occhiello”? Avete già realizzato o avete in corso, in tutto il mondo, opere ancora più complesse?

«Il Ponte sarà una vetrina dell’ingegneria italiana nel mondo, con il team di progettisti al lavoro che comprende i massimi esperti mondiali nel panorama dei ponti sospesi. Sarà il Ponte sospeso più lungo del mondo, superando il ponte turco Chanakkale, lungo oltre 2 chilometri, che ha dato prova dell’indiscussa validità del nostro modello progettuale visto che utilizza la tipologia di impalcato ideata proprio per il Ponte di Messina. Come abbiamo sempre ripetuto, noi siamo a disposizione del Paese. Il Ponte sarà una grande sfida ingegneristica che ci permetterà di creare nel Sud infrastrutture innovative e che farà conoscere ancora di più nel mondo la competenza ed il “know how” del “made in Italy” di questo settore. Perché saranno tutte le migliori imprese del Paese a costruire con noi questo Ponte non appena ci sarà il via libera».

Come giudicate l'attuale evolversi delle procedure?

«Siamo pronti per cominciare a lavorare subito. I tempi non dipendono da noi, ma dal percorso decisionale e autorizzativo che il progetto sta seguendo. Come sapete si attende che il Cipess chiuda l’iter autorizzativo. I lavori potranno quindi iniziare subito dopo».

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