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Schifani: il Ponte sullo Stretto di Messina è essenziale per la Sicilia

Ecco perché il presidente della Regione ha reagito duramente alle affermazioni dei leader di Alleanza Verdi Sinistra

Renato Schifani ha perso la pazienza. Chi lo conosce bene, riferisce del suo gesto di amarezza e di rabbia di fronte alle dichiarazioni rilasciate, nel corso dell’incontro a Messina, dai leader di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Quelle frasi, «ritornelli sentiti e risentiti, questa sì vera strumentale propaganda politico-elettorale», hanno indotto il governatore siciliano a stilare il comunicato di domenica mattina, con il quale ha preannunziato l’intenzione della Regione di «costituirsi parte civile nei confronti di coloro i quali si rendessero protagonisti di azioni penali temerarie per rallentare l’opera».
C’è una scelta di campo, che è stata fatta non solo dal Governo nazionale ma anche dalle due Regioni interessate dai lavori del collegamento stabile, Sicilia e Calabria e, in quest’ottica, secondo Schifani, chi spera – attraverso la via degli infiniti contenziosi legali e dei continui esposti alla magistratura –, di intralciare l’attuazione dei piani strategici di territori che intendono colmare lo storico gap infrastrutturale, «non pensi di averla vinta». Per questo, la Regione siciliana ha deciso la linea dura, quella di controbattere ogni mossa del Fronte del No.
«Si arrogano il diritto di parlare a nome di tutti i siciliani e calabresi, sono stati sconfitti alle elezioni, sono sempre gli stessi a manifestare, ma condizionano il circuito mediatico, facendo credere agli italiani che qui nessuno vuole il Ponte». Da qui nasce la reazione del governatore e della sua Giunta: «Noi abbiamo messo in cima alle priorità il potenziamento della dotazione infrastrutturale siciliana, il Ponte non è una grande opera isolata ma fa parte di un sistema di investimenti viari e ferroviari che, nell’arco di qualche anno, cambieranno radicalmente i trasporti e la vita stessa di chi si muove da un punto all’altro della nostra Isola». E anche quando Schifani ha aperto, per poi chiuderla dopo qualche giorno, la polemica con il ministro Salvini e il Governo sullo stanziamento delle risorse da parte delle Regioni e sulla destinazione dei fondi per la coesione e lo sviluppo, dichiara di non aver mai messo in discussione la centralità del Ponte e la necessità di realizzarlo, per il rilancio della Sicilia e dell’intero Mezzogiorno d’Italia.
Bonelli e Fratoianni hanno detto di voler esaminare gli aspetti tecnico-giuridici per l’eventuale indizione di un Referendum sul Ponte. Che, poi, non si capisce bene se sia una consultazione popolare che riguarda il Paese o solo le Regioni interessate o solo la Sicilia o solo l’Area dello Stretto o solo Messina.
In realtà, il Referendum su una grande opera che è inserita nei Corridoi delle Reti di trasporto Ten-T dell’Unione europea non è previsto da alcuna legge e dovrebbe, comunque, riguardare tutti i Paesi della Ue, visto che il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria è il terminale essenziale del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo. E anche su questo aspetto, il presidente della Regione non ha dubbi: «È solo propaganda elettorale». Anche perché non sarebbe tollerabile l’indizione di una consultazione popolare limitata soltanto a una grande opera che interessa lo Stretto e Sicilia e Calabria. Si dovrebbero, a quel punto, fare Referendum su tutte le grandi opere, dalla Tav Lione-Torino al Tunnel del Brennero, dagli impianti sportivi fortemente impattanti sulle montagne di Cortina, previsti per le Olimpiadi invernali 2026, al Tunnel più lungo d’Italia, i cui lavori sono appena iniziati a Genova (città del Nord Italia dove sono stati programmati interventi infrastrutturali che hanno un costo complessivo superiore al Ponte e a tutte le opere ad esso connesse).
La Giunta regionale, dunque, rivendica il diritto-dovere di dare attuazione, insieme con il Governo nazionale, con Rfi e Anas, al programma di investimenti volto a riqualificare tutte le infrastrutture in Sicilia. Infrastrutture che, come ha ribadito qualche giorno fa l’assessore regionale Alessandro Aricò, «sono una priorità per il governo Schifani, come dimostrano i numerosi interventi già avviati e quelli in programma su strade e ferrovie. Le risorse del Fondo di sviluppo e coesione previste per le infrastrutture ammontano a più di un miliardo di euro, oltre al miliardo e 300 milioni del cofinanziamento regionale per il Ponte sullo Stretto di Messina. E, al contrario di quanto sostengono M5S e Pd, anche il Fondo di sviluppo e coesione sarà uno degli strumenti di finanziamento, assieme al programma operativo complementare ed al Pr Fesr, e contribuirà certamente a fare colmare alla Sicilia il gap infrastrutturale che da sempre la penalizza. Un obiettivo per il quale il Governo regionale si sta muovendo concretamente e in piena sinergia d'intenti con quello nazionale guidato da Giorgia Meloni».
E quella della Giunta siciliana è la stessa posizione espressa anche dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: «Il Ponte sullo Stretto non sarà una cattedrale nel deserto ma un attrattore di investimenti e di altre opere che consentiranno il rilancio delle nostre regioni».

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