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Messina, il caso risanamento le controdeduzioni di Scurria: "Non c'era obbligo di concordare l'acquisto degli alloggi"

L'ex sub commissario a Schifani: "E' verosimile che l’affermato interesse pubblico risulti fondamentalmente sviato in favore del più tellurico intento di compiacere una compagine politica neoalleata"

«Lei ha preferito sacrificare, senza alcuna seria motivazione, il proprio subcommissario al fine di salvaguardare un preteso interesse pubblico tutto da verificare. È maggiormente verosimile che l’affermato interesse pubblico risulti fondamentalmente sviato in favore del più tellurico intento di compiacere una compagine politica neoalleata, che non per ripristinare i corretti rapporti tra titolare della funzione e subdelegato». A scrivere è Marcello Scurria, il “lei”, il destinatario, è il presidente della Regione Renato Schifani, la «compagine politica neoalleata», è evidente, è quella di Cateno De Luca.

È il cuore della nota del 15 febbraio, di cui siamo venuti in possesso, con cui Scurria replica, in cinque pagine, all'avvio del procedimento di revoca dal ruolo di subcommissario. L’origine è sempre la stessa, l’asta giudiziaria alla quale, a metà dicembre, partecipano sia Comune che ufficio commissariale per acquisire degli appartamenti nella zona sud di Messina, al villaggio Cep, e che si aggiudica proprio la struttura diretta da Marcello Scurria, offrendo circa 300 mila euro in più di Palazzo Zanca. Inizia tutto da lì e da quell'accusa, «danno erariale», che il sindaco Basile muove nei confronti di Scurria e che il governatore Schifani sembra subito far sua, invitando il suo subcommissario a riferire.

Era quello, ricorda Scurria nella sua nota di qualche giorno fa, precedente alla definitiva revoca, «il vero nucleo della contestazione», alla quale era stata data risposta, con una lunga relazione, il 29 dicembre, contenente «una serie di ragioni di fatto e soprattutto giuridiche, idonee (specialmente in difetto assoluto di qualsivoglia confutazione) a superare le imprudenti affermazioni del sindaco di Messina».
E invece, scrive Scurria, nella nota di avvio del procedimento di revoca di Schifani «mi sembra di dovere cogliere, questa volta, una sostanziale condivisione della posizione del sindaco».

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