Il dialogo tra Cateno De Luca e il centrodestra parte da lontano. Le basi furono poste a ottobre, durante un pranzo romano con Arianna Meloni, la sorella della premier, con la regia del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e la “benedizione” del ras di Fratelli d’Italia in Sicilia, Ignazio La Russa. Un altro pranzo, giovedì scorso in centro a Messina, ha poi suggellato il “patto” tra lo stesso De Luca e Renato Schifani, la cui presidenza, del resto, nasce anche da una forte sponsorizzazione, due anni e mezzo fa, dello stesso La Russa. Nel mezzo c’è il resto del centrodestra, che per il momento assiste a movimenti di cui i contorni a medio e lungo termine rimangono sfumati. Nel mezzo c’è, ad esempio, la deputata di Forza Italia Matilde Siracusano, sottosegretaria ai Rapporti col Parlamento, prima sostenitrice, al tempo delle scelte, della nomina da parte di Schifani di Marcello Scurria quale sub commissario per il risanamento. Quello stesso Scurria che, oggi, sembra essere stato individuato come “agnello sacrificale” di questa nuova intesa De Luca-Schifani.
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